“Sol Invictus” regala speranza e… gioia per gli occhi


di Elena Bartolucci

30 Giu 2025 - Commenti danza

La coreografia di Hervé Koubi valica ogni confine regalando pura energia vitale per la prima data in cartellone di Civitanovadanza.

(Photo Mélanie Lhôte)

Civitanova Marche – Venerdì 27 giugno, al Teatro Rossini di Civitanova Marche, ha preso il via la 32° edizione di Civitanova Danza dedicata ormai da anni al maestro Enrico Cecchetti con la creazione Sol Invictus.

Dopo una breve presentazione di rito da parte del direttore artistico Gilberto Santini, ha preso la parola Maria Luce Centioni, presidente dell’Azienda Teatri, la quale ha tenuto ad elogiare il gran lavoro dietro la macchina di Civitanovadanza: grazie all’eleganza e alla professionalità con cui viene portata avanti, ogni anno questa iniziativa viene ripagata da un numero notevole di presenze in sala.

La prima serata nel cartellone di quest’anno ha visto protagonista il coreografo franco-algerino Hervé Koubi e la sua compagnia di fama internazionale che, negli anni, ha combinato danza urbana e contemporanea nel segno della continua sperimentazione.

Kuobi è stato gentilmente invitato a prendere la parola per presentare la sua creazione e, in tutta la sua timidezza, ha speso parole meravigliose dichiarando: “Con Sol Invictus ho voluto creare un manifesto per la vita. Volevo che Sol Invictus fosse irriverente, generoso e universale. Volevo che Sol Invictus fosse una dichiarazione d’amore. La mia dichiarazione d’amore alla danza. A tutte le danze che hanno plasmato la mia scrittura coreografica. Per questo ho riunito ballerini provenienti da tutto il mondo. 19 ballerini e quasi altrettante nazionalità diverse. Non vi dirò di quali nazionalità ma l’unica cosa che posso dirvi è che alcuni di loro, per quanto riguarda la nostra realtà, assolutamente non dovrebbero ballare insieme. È bello vedere che la danza abbia questo potere straordinario, cioè quello di unire le persone. Con Sol Invictus ho proprio voluto rinascere, farci rinascere e farci ritornare bambini. Ballare come un bambino. […] se ‘la vita di cui facciamo parte è solo una scintilla fragile ed effimera della quale l’universo probabilmente è e rimarrà indifferente’, l’unico modo per superare questa condizione insopportabile sarebbe trovarvi un significato. E poiché per me ballare e amare sono parte dello stesso tutto indivisibile che è la vita, vorrei che Sol Invictus fosse una scintilla, quella scintilla. Una scintilla che dirà com’è una vita piena di gioia di ballare insieme.”

(Photo Mirabelwhite)

Sin dai primi minuti Sol Invictus si è dimostrato uno spettacolo vibrante e di grande impatto che ha celebrato l’energia, la vitalità e la bellezza del potere della danza in tutte le sue sfumature contemporanee.

Tutto si trasforma, mentre i corpi si intrecciano, si contrastano e si sfiorano in modo corale per dar vita a movimenti incontrollabili ma “controllati”.

Ogni passo e acrobazia sembra in completa dissonanza con la musica; eppure, regala un insieme di emozioni contrastanti. In questa coreografia, una maestria indiscussa si unisce a un sincronismo pazzesco nei passi a due o a più elementi, in cui trovano spazio anche assoli travolgenti.

(Photo Mirabelwhite)

La poeticità del finale e i diversi momenti suggestivi dalla forza plastica, che sono stati sapientemente messi in evidenza da un uso registico delle luci, a dir poco eccezionale, hanno stregato letteralmente il pubblico che alla fine si è sciolto in un fiume di applausi e una (quasi) standing ovation dell’intero teatro.

Koubi ha dimostrato la reale capacità di trovare l’unione nella diversità: gli spettatori non sono senz’altro rimasti indifferenti a questo gruppo eclettico ed eterogeneo di danzatori di eccezionale talento che hanno saputo intrecciare le proprie culture nonché le proprie abilità e disabilità legate a stili diversissimi come, ad esempio, hip hop o street dance.

“Un ruolo importante è riservato anche alla scenografia, nella quale trova spazio una grande tela dorata, come simbolo del sole, che occupa un posto centrale. Sol Invictus non si riferisce solo al dio romano del sole ma anche ad un preciso rituale durante l’annuale celebrazione di mezzo inverno. Questo rituale celebrava il trascorrere dei giorni più bui, anticipando giorni migliori e più soleggiati. E quella celebrazione, quella speranza, per me, è proprio ciò di cui parla Sol Invictus.”

I vari interpreti che si sono avvicendati in scena hanno danzato su una creazione musicale di Mikael Karlsson e Maxime Bodson e opere del repertorio di Steve Reich (Quattro Sezioni) e Ludwing van Beethoven (Settima Sinfonia).

La coreografia è firmata da Hervé Koubi, l’assistente alla coreografia è Fayçal Hamlat, mentre i danzatori sono Francesca Bazzucchi, Badr Benr Guibi, Houssni Mijem, Denis Chernykh, Samuel Da Silveira Lima, Youssef El Kanfoudi, Abdelghani Ferradji, Elder Matheus Freitas Fernandes Oliveira, Oualid Guennoun, Hsuan-Hung Hsu, Pavel Krupa, Nadjib Meherhera, Ismail Oubbajaddi, Ediomar Pinheiro De Queiroz, Matteo Ruiz Allan Sobral Dos Santos e Karn Steiner. Gli arrangiamenti musicali sono di Guillaume Gabriel, le luci di Lionel Buzonie, i costumi di Guillaume Gabriel, il consulente artistico è Bérengère Alfort ei consulenti esterni Odile Cougoule e Mohamed Zerouali.

(Photo Nathalie STERNALSKI)

Lo spettacolo è una produzione Compagnie Hervé Koubi in coproduzione con Les Ballets de Monte-Carlo, Le GRRRANIT – Scène Nationale de Belfort, La Barcarolle – Scène conventionnée de Saint-Omer, L’Empreinte – Scène Nationale Brive-Tulle, Centre Chorégraphique National de Biarritz – Thierry Malandain, BCMO Pole chorégraphique de Calais, Théâtre de Grasse – Scène conventionnée d’intérêt National, Ville de Cannes, OARA – résidences de création con il sostegno di L’Esplanade du Lac de Divonne-les bains, Conservatoire de Calais, Le Channel Scène Nationale de Calais e SPEDIDAM. Civitanova Danza si conferma ancora una volta una vetrina dell’arte coreutica di altissimo livello, che viene realizzata su iniziativa della Città di Civitanova Marche, dell’Azienda Teatri di Civitanova e dell’AMAT con il contributo di MiC e Regione Marche.

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