Recensione del film “FUORI” di Mario Martone
di Francesca Bruni
27 Mag 2025 - Commenti cinema
Presentiamo la recensione del film “Fuori”, l’ultima opera del regista Mario Martone, presentato in concorso alla 78ª edizione del Festival di Cannes 2025. Protagoniste Valeria Golino, Matilda De Angelis ed Elodie.


Chi era Goliarda Sapienza? Una donna che amava la vita, nonostante la vita stessa le avesse riservato non poche difficoltà volute o portate dal destino.
Il regista del film, Mario Martone, ricompone, nella sua ultima pellicola dal titolo “Fuori”, i desideri repressi di una delle più importanti scrittrici contemporanee, Goliarda Sapienza e la sofferenza di non essere capita.



Goliarda è magistralmente interpretata da Valeria Golino, accanto ad un cast altrettanto potente, Matilda de Angelis nel ruolo della sognatrice sbandata Roberta, sempre alla ricerca di una felicità mancata e Elodie che lascia momentaneamente la veste di cantante per regalare un’interpretazione eccellente nei panni di Barbara, sfacciata e allo stesso tempo fragile.
Il film ruota intorno alle tre donne uscite di carcere che tentano di rifarsi una vita nonostante il loro passato travagliato.




La protagonista riconosce nelle due giovani donne ciò che lei stessa avrebbe voluto diventare e crea con Roberta un rapporto intenso: una figura materna speciale, ma anche una donna audace e senza freni, come avrebbe voluto essere lei.
“Fuori” mette in risalto l’anima più profonda della scrittrice. Siamo nella Roma anni ’80, in un paese uscito da poco dagli “anni di piombo”, in cui ormai la voglia di lottare per cambiare il mondo è andata svanendo.






Bellissime sono le ambientazioni esterne in cui predominano palazzi signorili della Roma bene e luci chiare, accecanti, in netto contrasto con lo stato psicologico di Goliarda, che cerca di trovare un lavoro e vive in un appartamento con la paura di perderlo a causa della sua condizione economica precaria.
Con grande maestria, Mario Martone evidenzia quanto il legame tra donne possa diventare una forza salvifica, capace di resistere alle avversità della vita, anche per chi, come Goliarda, ha alle spalle un passato turbolento da rubatrice di gioielli.






“FUORI” è un film che induce a riflettere su come, in determinate circostanze della vita, l’individuo possa percepirsi ai margini o fuori contesto, a causa dei meccanismi sociali che ne ostacolano l’autenticità e l’espressione del sé.
Il film si configura come un inno alla libertà ritrovata, una condizione che occorre costruire autonomamente, poiché nel contesto sociale che ci attende la libertà non è un dato acquisito, ma una conquista che si realizza attraverso un atteggiamento controcorrente. Le forme di espressione individuale, qualora non conformi alle imposizioni del sistema, conducono inevitabilmente all’essere considerati “fuori”.







Intenso e carico di significato è lo sguardo arreso e sofferente, ma consapevole della gioia, di Valeria Golino quando, alla fine del film, non trova più Roberta, fuggita chissà dove. Un’assenza che rivela quanto l’amasse, forse senza nemmeno rendersene conto. Un lasciarsi andare per ritrovare sé stessa e la felicità, anche se solo per pochi attimi.
APPROFONDIMENTI
GOLIARDA SAPIENZA
Goliarda Sapienza (1924-1996), una delle più grandi voci della letteratura italiana del Novecento, riscoperta solo dopo la sua morte quando, prima in Germania e poi in Francia, viene pubblicato L’arte della gioia, il capolavoro a cui ha dedicato dieci anni della propria vita. Solo a seguito del successo ottenuto all’estero, il romanzo verrà finalmente pubblicato anche in Italia da Einaudi, nel 2008.
Scrittrice, attrice, intellettuale libera e anarchica, Goliarda Sapienza sfugge a facili definizioni. Figlia di genitori atei e socialisti, considerati sovversivi dal regime fascista, grazie a una borsa di studio entra a sedici anni all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma. Terminati gli studi si dedica al teatro poi al cinema, diretta da registi come Visconti, Blasetti e Citto Maselli, suo compagno per lunga parte della vita. Sono anni molto intensi, in cui, oltre a recitare, gira documentari insieme a Maselli, partecipa alla stesura di soggetti e di sceneggiature, frequenta il mondo intellettuale della capitale.
La morte della madre nel ‘53 la porterà ad attraversare un momento di grande crisi fino a un tentativo di suicidio, al ricovero e alla terribile esperienza dell’elettroshock che cercherà di superare anche attraverso un doloroso percorso di psicoanalisi. Finché a metà degli anni ‘60 smette la psicoanalisi e attraverso la scrittura inizia il proprio ritorno alla vita.
Da questo momento in poi la sua esistenza sarà tutta dedicata alla scrittura che diventerà la sua missione, fino alla stesura del suo grande romanzo, L’arte della gioia, che terminerà alla fine degli anni ‘70. Seguirà per lei l’affannosa e infruttuosa ricerca di un editore, ricerca che andrà avanti fino alla sua morte. Goliarda Sapienza arriverà al grande pubblico solo dopo l’uscita de L’arte della gioia, romanzo postumo, a cui seguirà la pubblicazione di molte altre sue opere inedite.
Dalla sua riscoperta e fino ad oggi, si susseguono le monografie, gli studi critici, gli spettacoli teatrali, gli incontri e le letture a lei dedicati. Sempre in anticipo sui tempi, la scrittrice è oggi amata in Italia e all’estero e il suo sguardo appare sempre più profetico e attuale nella sua radicale aspirazione alla libertà personale e collettiva.
Fuori si concentra su un momento decisivo nella biografia della scrittrice: l’esperienza di detenzione avvenuta nel 1980 a seguito di quello che la stessa Sapienza descrisse come un gesto provocatorio, il furto di alcuni gioielli ad un’amica. Provata dalla vicenda editoriale de L’arte della gioia, che era stato rifiutato da tutte le case editrici, in gravi difficoltà economiche e delusa dall’ambiente intellettuale che si dimostrava per nulla pronto ad accogliere la libertà spiazzante delle sue pagine, Goliarda Sapienza finiva nel carcere romano di Rebibbia, sia pure per un breve periodo.
Trovatasi di fronte alla quotidianità della detenzione, la scrittrice affrontava la prigione mossa da un desiderio di testimonianza. Agli occhi dell’intellettuale, allora cinquantenne, il carcere risultò immediatamente come lo specchio degli squilibri e delle ingiustizie della società, ma anche come luogo dove, venute meno le barriere di classe, riscoprì relazioni di solidarietà, amicizia e rapporti umani autentici.
Il carcere, quello “sconosciuto pianeta che pure gira in un’orbita vicinissima alla nostra città”, fu per lei un passaggio decisivo, sia da un punto di vista esistenziale che artistico. Da questa esperienza nacquero le due sue opere L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio, in cui, riflettendo sulla condizione carceraria e la società di cui il carcere è contraltare, Goliarda Sapienza arrivò a dichiarare come la prigione sia solo la forma più estrema di reclusione e che “fuori”, nella società civile, esistano forme di costrizione e limitazione della libertà più subdole e non meno pericolose.
Rigenerata dall’amicizia delle giovani detenute, che ritroverà una volta uscita di prigione, Goliarda Sapienza si riconcilierà con il proprio ruolo di intellettuale e scrittrice, dando voce, attraverso le sue pagine, a quelle amiche, quelle sorelle, quelle figlie di cui sentì di condividere il destino, scoperto proprio in quella “placenta” che era stata per lei il carcere.


MARIO MARTONE
Mario Martone ha esordito al cinema con Morte di un matematico napoletano (1992), vincendo il Gran Premio della Giuria a Venezia. L’amore molesto è stato in concorso al Festival di Cannes nel 1995, così come Nostalgia nel 2022. I suoi film, tra cui Il giovane favoloso e Qui rido io, trattano spesso di artisti e delle loro vite. Regista anche in teatro e nell’opera lirica, ha realizzato numerose produzioni nei principali teatri italiani e internazionali.
FILMOGRAFIA
- Nostalgia (2022)
- Qui rido io (2021)
- Il sindaco del Rione Sanità (2019)
- Capri-Revolution (2018)
- Il giovane favoloso (2014)
- Noi credevamo (2010)
- L’odore del sangue (2004)
- Teatro di guerra (1998)
- L’amore molesto (1995)
- Morte di un matematico napoletano (1992)



SCHEDA DEL FILM “Fuori”
Regia: Mario Martone
Cast artistico:
- VALERIA GOLINO – Goliarda Sapienza
- MATILDA DE ANGELIS – Roberta
- ELODIE – Barbara
- CORRADO FORTUNA – Angelo
- ANTONIO GERARDI – Albert
- CAROLINA ROSI – l’amica derubata
- FRANCESCO GHEGHI – cameriere al bar della stazione
- DAPHNE SCOCCIA – “James Dean”
- FRANCESCO SICILIANO – editore
- SONIA ZHOU – Suzie Wong
- ONDINA QUADRI – guardia
- PAOLA PACE – Pizzi
- LUISA DE SANTIS – trasteverina
Cast tecnico:
- regia: MARIO MARTONE
- soggetto: IPPOLITA di MAJO da Goliarda Sapienza
- sceneggiatura: MARIO MARTONE, IPPOLITA DI MAJO (liberamente tratta dalle opere L’università di Rebibbia, Le certezze del dubbio di Goliarda Sapienza)
- fotografia: PAOLO CARNERA C.C.S.
- musiche originali: VALERIO VIGLIAR
- montaggio: JACOPO QUADRI
- scenografia: CARMINE GUARINO
- costumi: LOREDANA BUSCEMI
- suono in presa diretta: MARICETTA LOMBARDO
- produttori esecutivi: GIORGIO MAGLIULO, GENNARO FORMISANO
- produttore associato: STEFANO d’AVELLA
- prodotto da: NICOLA GIULIANO, FRANCESCA CIMA, CARLOTTA CALORI, VIOLA PRESTIERI,
- ANNAMARIA MORELLI
- coprodotto da: TOUFIK AYADI, CHRISTOPHE BARRAL, JEAN LABADIE, ALICE LABADIE
- una produzione: INDIGO FILM con RAI CINEMA e THE APARTMENT, società del gruppo FREMANTLE
- coprodotto da: SRAB FILMS, LE PACTE PRODUCTION
- in collaborazione con: FREMANTLE
- con il contributo del FONDO PER LO SVILUPPO DEGLI INVESTIMENTI NEL CINEMA E NELL’AUDIOVISIVO MINISTERO DELLA CULTURA
- con il sostegno della REGIONE LAZIO-LAZIO CINEMA INTERNATIONAL AVVISO PUBBLICO (PR FERS LAZIO 2021-2027)
- distribuzione: 01 DISTRIBUTION
- vendite internazionali: GOODFELLAS