Raphael Gualazzi all’Arena Gigli di Porto Recanati


di Giacomo Liverotti

13 Ago 2013 - Commenti live!

I preparativiPorto Recanati (MC). Magico: è questo l’aggettivo più usato per descrivere un concerto del pianista Raphael Gualazzi; e sicuramente la magia si amplifica quando Raphael torna nella regione dove è nato, le Marche. Raphel è di Urbino e sarà anche per lui un’emozione tornare “a casa” dopo un così grande successo nazionale e internazionale e dopo un tour che lo sta portando in tutto il mondo per far conoscere la sua musica. Il manifesto dice che il concerto inizierà alle 21.45 e quando entriamo alle 21.30 l’Arena non è ancora piena. Dopo aver fatto due chiacchiere con il fonico decidiamo di metterci seduti e alle 22.02 i nove musicisti, scelti daIl fonico Daniele (Jack) Rossi Raphael per seguirlo in questo tour, arrivano sul palco. Accompagnato da un forte applauso, arriva subito anche Raphael: tipico abito elegante nero, aria impacciata ma anche concentrata, un inchino,s i accomoda sulla panca davanti al suo pianoforte Yamaha ed è pronto a partire. L’introduzione di Rainbows rapisce completamente il pubblico e i musicisti si dimostrano da subito esperti e molto abili. Proseguiamo con Don’t Call My Name, singolo recentemente estratto da “Happy Mistake”, il suo ultimo fantastico album. Raphael è accaldato e non manca di farcelo sapere annunciando al microfono l’addio alla sua giacca nera, alla quale viene improvvisato un rito funebre con tanto di musica da funerale e segno della croce; poi Gualazzi parte con Follia D’amore, il suo brano più famoso e quello che gli ha permesso di vincere Sanremo Giovani nel 2011. La band rallenta per concederci un attimo di pausa con un riarrangiamento di Sarò Sarai, poi riparte con la travolgente Senza Ritegno, scartata dal Sanremo di quest’anno. Dopo due pezzi dell’ultimo disco, il particolare suono del kazoo introduce Reality And Fantasy, molto ben eseguita e aiutata dal pubblico con il battito delle mani. L’abilità di Raphael al pianoforte non tarda a manifestarsi con Carola, splendida corsa jazz seguita dallo swing di Calda Estate (Dove sei). Già dopo undici canzoni potremmo essere soddisfatti di uno spettacolo che, solo a metà, ha già dimostrato tutto quello che c’era da dimostrare ma il pianista di Urbino, non contento, sceglie di regalarci un momento funky tiratissimo come Scandalize Me dove la chitarra e il basso scandiscono il tempo sempre guidati dal pianoforte. E’ infatti Raphel stesso a decretare l’inizio e la fine di ogni brano, creando un’atmosfera fantastica in cui i musicisti hanno il loro spazio per dimostrare le proprio capacità ma senza mai mettere in ombra Raphael e il suo magnifico modo di suonare. L’intro di pianoforte ci porta all’interno della magnifica ballata Sai (ci basta un sogno), quinta classificata nello scorso Sanremo, suonata alla perfezione e con grande coinvolgimento emotivo. Ma subito Raphel riparte alla grande con tre pezzi tiratissimi che non lasciano nemmeno il tempo di respirare.
Un momento del concertoPer l’ultimo brano Raphael prende un cembalo per scandire il tempo che accompagna l’introduzione a cappella, magistralmente eseguita dalle tre coriste, di Welcome To My Hell, registrata con le Puppini Sisters e posta a chiusura dell’ultimo album. Raphael si alza dopo un’ora e 35 minuti al pianoforte, ringrazia tutti e sta per andarsene, ma il pubblico non gli lascia nemmeno un attimo di respiro e lui decide allora di tornare al pianoforte per regalarci un’improvvisazione sui temi di Amarcord che fa fermare completamente il tempo e blocca tutto il pubblico, impegnato ad ascoltare questo musicista straordinario. Subito dopo Raphael suona una reinterpretazione alla Ray Charles di My Babe, standard blues scritto da Little Walter, alla fine del quale escono in fila tutti i musicisti battendo le mani a tempo; e quando il pubblico la richiama sul palco per il bis, la band torna ai propri posti continuando a battere le mani, per poi lanciarsi in una fantastica esecuzione di I’m Tired. Dopo i consueti ringraziamenti ai musicisti e ai tecnici (primi tra tutti i fonici Jack e Stefano, che hanno fatto un lavoro davvero encomiabile) la band canta Thank You,Thank you! a chiusura di uno spettacolo sensazionale che per quasi 2 ore ha fatto perdere completamente gli ascoltatori nella fantastica musica di quello che al giorno d’oggi è probabilmente l’artista più interessante dell’intero panorama italiano.
Gualazzi tra il pubblico dopo il concertoRaphael esce dopo pochi minuti per firmare qualche autografo, indossa un’altra camicia, stavolta azzurra, ma la foga e la passione che ha messo sul palco sono dimostrate dal fatto che anche questa, appena indossata, è completamente bagnata; ha anche bisogno di un asciugamano, che ogni due minuti deve prendere per asciugarsi il volto. Riusciamo a farci fare un autografo sebbene sia abbastanza difficile: ragazze e ragazzi di ogni età si accalcano intorno all’artista per stringergli la mano, fare i complimenti e magari strappare un bacio; ma Raphel si presta a tutto, pur essendo molto timido (a differenza di quando si trova sul palco, dove sembra un’altra persona: sicuro,determinato e maledettamente bravo).
Raphael Gualazzi ci ha regalato due ore di grande musica e sicuramente nei prossimi anni continuerà a fondere tradizione e modernità come solo lui sa fare, in modo davvero magico. L’unica punta di amarezza che resta è che l’Arena non era completamente piena, forse a dimostrare come troppo spesso gli italiani non sappiano valorizzare i propri artisti, ma forse anche a dire che musica di una così alta qualità artistica non può essere “per tutti”.
Fatto sta che il concerto di Raphael Gualazzi è un’esperienza incredibile e quest’artista sembra capace di confrontarsi con artisti italiani e stranieri senza avere nulla da temere. Una qualità artistica fuori dal comune, una versatilità più unica che rara e un’atmosfera in cui Raphael e i musicisti si divertono e fanno divertire il pubblico, porta ad uno spettacolo riuscitissimo e da non perdere.
David Frazer, il suo (e di molti altri) produttore, una volta disse “E’ un artista senza limiti, il cielo è il suo unico limite.” E Raphael per un istante all’Arena B. Gigli ci ha portato oltre il cielo, verso il paradiso…
(Giacomo Liverotti)

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