Pupi Avati ospite d’onore al “FIPILI Horror Festival” di Livorno


di Francesca Bruni

15 Ott 2025 - Commenti cinema

Il regista bolognese Pupi Avati al “FIPILI Horror Festival” di Livorno ha incontrato e accompagnato il pubblico in un viaggio nella sua carriera e alle radici del gotico italiano. Ha preceduto il talk “Urla Dipinte”, un documentario di Federico Caddeo, omaggio al celebre film di Avati “La casa dalle finestre che ridono”. 

(Foto di FO. LI. ES – Giulia Barini e di Francesca Bruni)

Pupi Avati

Il regista Pupi Avati è stato ospite d’onore del quattordicesimo FIPILI Horror Festival, tenutosi a Livorno dall’8 al 12 ottobre. 

L’11 ottobre, presso il Cinema 4 Mori, Pupi Avati, regista e sceneggiatore, i cui film hanno scandito la storia del cinema italiano e internazionale, ha partecipato ad un talk con il pubblico dal titolo “Dallo schermo alle pagine dell’universo Avatiano”; un’occasione rara per ascoltare il vissuto e le idee di un maestro del cinema.

Pupi Avati e Federico Caddeo (foto FO. LI. ES di Giulia Barini)

 L’incontro è stato preceduto dall’anteprima internazionale del documentario, presentato dal regista stesso, “Urla Dipinte” di Federico Caddeo (di cui a breve potrete leggere la nostra intervista), un omaggio al celebre film di Avati “La casa dalle finestre che ridono”. 

Sollecitato dal critico letterario Fabio Canessa, Pupi Avati ha parlato della sua attività cinematografica arricchendo il discorso con molti aneddoti, anche divertenti, riguardanti la sua vita privata e il rapporto con i personaggi famosi incontrati lungo la sua ricca carriera.

Potete ascoltare l’interessantissimo audio integrale dell’incontro e scoprire alcune curiosità inedite:

Pupi Avati, regista e produttore cinematografico è nato a Bologna il 3 novembre 1938. Dopo un primo periodo di attività in cui esplora vari generi senza dimenticare le atmosfere della sua regione, con tocchi a tratti surreali e ironici, a tratti esplicitamente grotteschi, nel cinema di Avati diventa preponderante l’elemento autobiografico, specialmente per quanto riguarda la dimensione del ricordo e del sentimento. In seguito agli studi di scienze politiche all’Università di Bologna, svolge diversi lavori, sviluppando un grande interesse per la musica jazz.

Il suo esordio dietro la macchina da presa risale al 1970 con Balsamus, l’uomo di Satana. Il regista esplora poi un cinema di genere, spaziando dall’horror al noir, dalla satira politica al grottesco, ad esempio, con Thomas…gli indemoniati (terminato nel 1970, ma uscito nella sale nel 1983), La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1975) e Bordella (1976), riuscendo a creare, talvolta, atmosfere raccapriccianti, cupe e claustrofobiche come nel caso de La casa dalle finestre che ridono (1976) e Tutti defunti… tranne i morti (1977), in cui si ritrovano anche elementi di ironia e di sarcasmo. Nel 1976, con il fratello Antonio e con Gianni Minervini, fonda la casa di produzione AMA Film, successivamente sostituita dalla DueA.

Fondamentali nella sua evoluzione artistica le due opere realizzate per la televisione, Jazz band (1978) e Cinema!!! (1979), in cui affiora un più esplicito lato intimista nella rappresentazione di personaggi comuni e dei loro sogni. Nel 1979 dirige Le strelle nel fosso, opera originale in bilico tra rievocazioni nostalgiche, mondo reale e suggestioni oniriche, e, nel 1981, Aiutami a sognare, un musical fuori dal comune ambientato durante la Seconda guerra mondiale, con Mariangela Melato e Anthony Franciosa, in cui il mito americano viene avvolto dalle tonalità tipiche della sua terra natale. Esplora, quindi, l’universo dei sentimenti in una continua ricerca di emozioni perdute con i film successivi, dalle venature delicate e malinconiche, tra i quali: Una gita scolastica (1983), Noi tre (1984), Impiegati Festa di laurea, entrambi del 1985, Regalo di Natale (1986), Ultimo minuto (1987) e Storia di ragazzi e ragazze (1989). Avati continua a mantenersi fedele a questa sua inconfondibile poetica anche con i due film girati negli Stati Uniti: Bix (1991), tenue ritratto del musicista Leon ‘Bix’ Beiderbecke e atto d’amore nei confronti del jazz, e Fratelli e sorelle (1992), che tratta di legami familiari.

Nei successivi Magnificat (1993) e L’arcano incantatore (1996), rievoca, rispettivamente, un religioso Medioevo e le cupe atmosfere gotiche del 18° secolo, da lui amate. In seguito, dopo una parentesi più intimista (ad esempio, Il testimone dello sposo, 1998), si immerge nella dimensione magica, storica e avventurosa dell’epopea crociata ne I cavalieri che fecero l’impresa (2001). Da ricordare anche: Il cuore altrove (2003, premio David di Donatello per la regia); La rivincita di Natale (2003); Ma quando arrivano le ragazze? (2004); La seconda notte di nozze (2005); La cena per farli conoscere (2007); Il nascondiglio (2007); Il papà di Giovanna (2008); Gli amici del bar Margherita (2009); Il figlio più piccolo (2010); Una sconfinata giovinezza (2010); Il cuore grande delle ragazze (2011).

Nel 2013, il regista pubblica la sua autobiografia, La grande invenzione; è dello stesso anno la regia della serie televisiva Un matrimonio, ricostruzione di una storia familiare sullo sfondo della città di Bologna. Nel 2014 gli viene dedicata la mostra a Bologna Pupi Avati. Parenti, amici e altri estranei, contenente oltre 130 fotografie che raccontano l’immaginario del regista. Tra i suoi lavori più recenti vanno citati Un ragazzo d’oro (2014), di cui firma anche la sceneggiatura, il film per la televisione Il fulgore di Dony (2017), le pellicole cinematografiche Lei mi parla ancora (2021), La quattordicesima domenica del tempo ordinario (2023), da lui diretti e sceneggiati, e L’Orto americano (2024), sempre da lui diretto e sceneggiato. Avati è anche autore dei romanzi Il ragazzo in soffitta (2015), Il signor diavolo (2018), da cui l’anno a seguire trae l’omonimo film, e L’archivio del diavolo (2020), e autore del saggio L’alta fantasiaIl viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante (2021), da cui l’anno successivo trae il film Dante. Il 4 maggio 2023 esce al cinema il film La quattordicesima domenica del tempo ordinario interpretato da Gabriele Lavia, Edwige Fenech, Massimo Lopez e Lodo Guenzi. Il suo ultimo film L’orto americano (2024), tratto dal suo omonimo romanzo, ha chiuso la Biennale del Cinema di Venezia come evento speciale Fuori Concorso.

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