Piazza del Popolo di Ascoli Piceno in danza per Goran Bregovic e la Wedding and Funeral Orchestra


di Roberta Moretti e Francesco Pasquali

23 Ago 2018 - Commenti live!, Musica live

ASCOLI PICENO 18 agosto 2018 – Grande concerto, nella splendida cornice di Piazza del Popolo, iniziato con un’entrata ad effetto fuori dai soliti schemi, rispettando lo spirito gipsy e zingaresco della serata.Il viaggio in musica parte con la Wedding and Funeral Orchestra che esce da Palazzo dei Capitani, guidata dalla prima tromba che suona la carica e li accompagna sul palco, in ultimo Goran Bregovic quasi come fosse un pifferaio magico, nel suo inconfondibile completo chiaro, elegantissimo. Il corteo ha attraversato tutta la piazza, salutando il pubblico che con grande enfasi e piacevole sorpresa ha ricambiato. Due ore di musica ininterrotta, balli, empatia con il pubblico e tanto spettacolo.
Goran ha proposto in questo concerto il suo nuovo album: “Three letters from Sarajevo”, una nuova produzione uscita per la Universal lo scorso 6 ottobre, dopo 5 anni dall’uscita dal precedente “Champagne for Gypsies”, incentrata sul tema della diversità religiosa e della coesistenza pacifica.
In scaletta sono stati inseriti nuovi brani, successi del passato e le indimenticabili colonne sonore che lo hanno reso celebre come compositore: Kalasnjikov, Mesecina, per il film Underground del regista serbo Emir Kusturica (vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes del 1995), l’immancabile Gas Gas, Ederlezi, Balkaneros e l’omaggio alla resistenza italiana con Bella Ciao, sicuramente il momento più social del concerto, che ha visto la Piazza illuminarsi dai cellulari del pubblico. (v. video sotto)

Goran ha travolto, con le sue armonie, letteralmente, la gente non concedendo pause, in un crescendo musicale ed emozionale; l’attenzione e il ritmo incalzante, le melodie folk, allegre e coinvolgenti non hanno risparmiato nessuno. Magici sono stati i momenti in cui l’artista ha coinvolto il pubblico facendolo cantare insieme a Lui e la sua chitarra, dirigendo dal palco tutti i presenti.
Il pubblico, vario come la sua musica, ha apprezzato molto le battute di Goran visibilmente contento e che ha ballato e si è divertito con la sua band tutta la serata.
Bregovic porta in sé il melting pot che prova a raccontare nel nuovo album. «Io sono di Sarajevo, sono nato su una frontiera: l’unica dove si incontravano ortodossi, cattolici, ebrei e musulmani. Mio papà è cattolico, mia mamma è ortodossa, mia moglie è musulmana. E mi sento anche un po’ gitano, forse perché per mio padre, colonnello dell’esercito, era inaccettabile che facessi il musicista, un mestiere “da gitano”, come diceva lui». È da questa “mezcla” che viene fuori la musica e lo stile di Bregovic, stile gitano, travolgente, popolare e innovativo allo stesso tempo. Della sua musica ne fa anche e soprattutto un messaggio di diversità, un invito a leggere tra le note e le parole che la convivenza pacifica tra culture è possibile.
In lui convivono un’anima europea, gitana, cosmopolita che si traduce in sonorità fragorose, selvagge, affidate agli ottoni, ritmi folk slavi, suggestioni turche e vocalità bulgara, ma anche contaminazioni arabe e slave.
Sul palco c’erano le inconfondibili voci bulgare di Ludmila Radkova Trajkova, Daniela
Radkova Aleksandrova, con gli abiti tradizionale del loro paese. Le trombe di Bokan Stankovic  e Dragic Velickovic, il sax di Stojan Dimov, i tromboni di Aleksandar Rajkovic e Milos Mihajlovic , la grancassa e la voce di Muharem Redžepi.
Simpatico l’urlo finale “all’attacco” e il suo motto “chi non diventa pazzo non è normale” che ha chiuso, con i 3 brindisi alla salute dei presenti e la sua piccola canzone da bere: Kalashnikov, una serata emozionante e magica che regala quell’allegria travolgente e contagiosa firmata Goran Bregovic.

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