“Mast Photography Grant on Industry and Work 2020” a Bologna


di Alberto Pellegrino

3 Ott 2020 - Altre Arti, Eventi e..., Arti Visive, Festival

Due importanti mostre al MAST di Bologna dal 7 ottobre 2020 al 3 gennaio 2021: “Mast Photography Grant on Industry and Work 2020” e “Inventions”

La mostra fotografica Mast Photography Grant on Industry and Work 2020 s’inaugura a Bologna il 7 ottobre e rimarrà aperta fino al 3 gennaio 2021. Questa sesta edizione della manifestazione è completata dalla mostra Inventions. Con il concorso fotografico internazionale organizzato dalla Fondazione MAST, sono stati selezionati cinque autori finalisti tra i quarantadue candidati provenienti da tutto il mondo. Il vincitore dell’edizione 2020 sarà stato annunciato in occasione della cerimonia di apertura. Le opere dei fotografi finalisti sono state esposte nella PhotoGallery a cura Urs Stahel, secondo cinque progetti dedicati a temi di grande attualità: i danni ambientali causati dall’agricoltura intensiva, il ruolo della donna tra presente e passato nel campo dell’industria cinematografica e dell’informatica, il fascino della tecnologia e del design del prodotto industriale, l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sui modi di vita tradizionali e l’omologazione indotta dall’industria globale della moda.

LA MOSTRA FOTOGRAFICA SULL’INDUSTRIA E IL LAVORO

Il MAST Foundation for Photography Grant on Industry and Work è stato fondato nel 2007 per sostenere la ricerca sul rapporto tra immagine, industria e lavoro. Il principale obiettivo è quello di far emergere il talento di giovani fotografi di valore, ai quali viene assegnata una borsa di studio che permetta loro di sviluppare un progetto sul mondo industriale e il lavorativo, realizzando delle opere che saranno successivamente valorizzate attraverso una mostra e la pubblicazione di un catalogo. Nel corso di questi anni il concorso ha contribuito alla creazione di una raccolta fotografica di artisti contemporanei che ora fanno parte della collezione di Storia della fotografia industriale della Fondazione MAST. A proposito dei risultati raggiunti, la direttrice artistica del progetto Urs Stahel ha dichiarato: “Ogni due anni, la Fondazione MAST, attraverso il Mast Photography Grant on Industry and Work offre a giovani fotografi l’opportunità di confrontarsi con le problematiche legate al mondo dell’industria e della tecnica, con i sistemi del lavoro e del capitale, con le invenzioni, con gli sviluppi dell’intero universo della produzione. Spesso il loro sguardo innovativo e inedito ci costringe a conoscere e a riflettere su incongruenze, fratture, fenomeni e forse perfino abissi che finora avevamo trascurato o cercato di non vedere”.

UN PROFILO E UNA BREVE ANALISI DEI LAVORI REALIZZATI DAI FOTOGRAFI FINALISTI

CHLOE DEWE MATHEWS – For a few euros more/Per qualche euro in più Plástico / plastica (veil/velo # 2), 2019 © Chloe Dewe Mathews

Chloe Dewe Mathews (1982) è un’artista che vive e lavora in Inghilterra. Le sue fotografie, apprezzate a livello internazionale, sono state esposte in prestigiosi musei, pubblicate in importanti quotidiani e riviste e hanno vinto numerosi premi. Con il progetto For a Few Euros More (Per qualche euro in più) ha indagato le dinamiche dell’agricoltura moderna soprattutto per quanto riguarda la produzione e il consumo di cibo, lo sfruttamento delle persone e l’attuale crisi ambientale. Il progetto è ambientato nel gigantesco Mar de Plástico che si estende nella Spagna meridionale, fra il litorale e la Sierra Nevada: si tratta di un’enorme distesa agro-industriale, in cui si produce la metà della frutta e della verdura venduta nei supermercati di tutta l’Europa. L’autrice ha messo in evidenza tre diverse realtà della zona: i polytunnel agricoli realizzati in una miniera in disuso e nei set abbandonati dei film spaghetti western; sono imponenti strutture e vestigia cadenti che fanno da sfondo alle fotografie e all’installazione video di Dewe Mathews, che vede come protagonista Maruf, un lavoratore stagionale extracomunitario.  

ALINKA ECHEVERRÍA – Apparent Femmininity/Femminilità apparente, 2020 Ada, veduta dell’allestimento / installation view © Alinka Echeverría

Alinka Echeverría (1981) è un’artista messicano-britannica che ha conseguito una laurea in fotografia a New York e un master in Antropologia sociale nell’Università di Edimburgo. Le sue fotografie sono presenti in numerosi musei e istituzioni e ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. Con l’opera Apparent Femininity (Femminilità apparente) ha raccontato la storia di tre figure femminili con lo scopo di mettere in luce il ruolo delle donne nella storia del cinema e della programmazione informatica. Grace è un’animazione creata partendo da una fotografia di Berenice Abbott per ricordare Grace Brewster Murray Hopper, una donna di grande intelligenza che, al termine della sua carriera militare durante la quale aveva raggiunto il grado di ammiraglio di flottiglia della US Navy Reserve, è diventata un’esperta d’informatica e una pioniera nella tecnologia e nell’impiego dei computer. Hélène è stato un nome molto popolare all’epoca del cinema muto e in questo reportage viene raccontato il lavoro delle giovani operaie, alle quali era affidato il montaggio delle pellicole. Infine, l’artista ha reso omaggio ad Ada Lovelace (Augusta Ada King-Noel, contessa di Lovelace), un’importantea studiosa di matematica ritenuta la prima programmatrice della storia.

MAXIME GUYON – Aircraft Catena di montaggio Airbus, veduta frontale di una cabina di pilotaggio /Airbus assembly line, front view of a cockpit, 2019 © Maxime Guyon

Maxime Guyon (1990) è un fotografo francese che con le sue fotografie studia i processi tecnologici della società contemporanea e i processi di smaterializzazione in atto nel mezzo fotografico. Con il progetto Aircraft ha realizzato delle fotografie digitali di grande formato che raffigurano strutture aereodinamiche, turboreattori, pistoni idraulici, connessioni elettriche di aerei. Il critico fotografico Milo Keller ha scritto che in queste fotografie iperrealistiche non compaiono mai le architetture industriali degli hangar e le stesse sagome degli oggetti appaiono concrete eppure sono irreali come sospese in uno spazio senza cielo e senza tempo: “Tutto è a fuoco in queste immagini, dai piani larghi al dettaglio, dallo scheletro di un’intera cabina al più piccolo rivetto. C’è una sensazione di controllo, di visione frammentata ma totale, artificiale, quasi feticista.”

AAPO HUHTA – Sorrow? Very unlikely/Tristezza? Molto improbabile, 2019 © Aapo Huhta

Aapo Huhta (1985) è un fotografo finlandese che si occupa soprattutto della metodologia fotografica, delle capacità narrative e documentarie della fotografia. In Sorrow? Very Unlikely (Tristezza? Molto improbabile) ha esplorato come l’Intelligenza Artificiale percepisca le fotografie fatte dall’uomo. Queste opere, selezionate dal suo archivio personale, sono state interpretate dai programmi di riconoscimento delle immagini API Vision di Google e Seeing AI di Microsoft. Le deduzioni in tempo reale eseguite dai programmi di riconoscimento delle immagini sono state poi trasformate in tracce audio, creando un rapporto tra immagine e parola, tra mezzo fotografico e nuove tecnologie, sollevando inquietanti interrogativi sul ruolo dell’uomo nel futuro scenario produttivo.

PABLO LÓPEZ LUZ – Baja Moda XCVII, Ecuador, 2019 © Pablo López Luz

Pablo López Luz (Città del Messico, 1979) è un autore apprezzato a livello internazionale con opere presenti nei più importanti musei del suo paese, in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo; ha partecipato a numerose mostre collettive, ha vinto diversi premi e ha pubblicato sei monografie sulla società messicana. Nella serie Baja Moda (Bassa moda), realizzata in diverse città dell’America latina, ha guardato in modo critico al mondo dell’industria della moda, mettendola a raffronto con la società urbana. L’autore ha voluto analizzare due aspetti chiave della cultura latinoamericana contemporanea: le sue fotografie hanno ripreso con precisione e acutezza analitica quelle mode locali, quei negozi di abbigliamento organizzati con cura, che fanno intravedere una difesa dell’identità nazionale e una orgogliosa resistenza nel tentativo di preservare mestieri e stili di vita che cercano di opporsi alla tendenza di far confezionare abiti e scarpe in paesi stranieri, rifiutando di arrendersi a nuovi modelli economici e all’omologazione delle città invase dai brand internazionali.

UNA SERIE DI FOTO STORICHE NELLA MOSTRA “INVENTIONS”

Aspirapolvere, immagine pubblicata sulla rivista popolare “Lecture pour tous”, 27 giugno 1921, Collezione Archive of Modern Conflict, Londra / Vacuum cleaner, gelatin silver print, image published in the popular magazine Lecture pour tous, 27 juin 1921, Collection Archive of Modern Conflict, London

Questa esposizione, a cura della storica della fotografia francese Luce Lebart in collaborazione con Urs Stahel, è stata allestita nel Gallery/Foyer e raccoglie una selezione di fotografie d’archivio prodotte in Francia tra il 1915 e il 1938. Si tratta d’immagini poco conosciute e caratterizzate da un estremo rigore, che si propongono di unire tecnologia e arte. Queste fotografie sono la testimonianza visiva di vent’anni di ricerche e invenzioni, prima ancorate alla prima guerra mondiale e alla difesa nazionale, successivamente alla vita civile e domestica. Esse rappresentano la storia dell’innovazione in Francia e provengono dall’Archive of Modern Conflict di Londra e dagli Archives nationales francesi. Si tratta di numerose invenzioni realizzate e fotografate tra le due guerre mondiali presso l’Office des inventions su iniziativa di Jules-Louis Breton, che era a capo del Sous-secrétariat d’État aux inventions.

Computer primordiale, immagine pubblicata sul “Sunday Times Magazine”, stampa ai sali d’argento, 1920-1930, Collezione Archive of Modern Conflict, Londra / Early Computer, image published in the Sunday Times Magazine, gelatin silver print, circa 1920-1930, Collection Archive of Modern Conflict, London

Breton è stato un  inventore che ha cercato di promuovere la ricerca scientifica e industriale con lo scopo di accelerarne i processi e garantire la rapida trasformazione di un’idea in un oggetto o in una macchina di pronto utilizzo, favorendo in questo modo la collaborazione tra industriali, scienziati e inventori. Come corredo ai progetti e alle descrizioni dettagliate delle invenzioni, le immagini servivano a facilitarne la valutazione e contribuivano a conservarne la traccia. La curatrice Luce Lebart ha detto che “si tratta di un archivio visivo che colpisce per la sua fantasia, gli accenti umoristici e la libertà nello svelare i codici dell’oggettività fotografica. L’elemento comico è tanto più inatteso in quanto si inserisce in un contesto industriale e scientifico. Come al cinema, queste scene fotografiche ci raccontano delle storie”. 

Torretta per l’osservazione degli uccelli e dei velivoli di Jules-Louis Breton e Paul Breton, 10 ottobre 1930, stampa ai sali d’argento, Archives nationales, Francia, 398AP/27

Tra queste fotografie storiche spiccano una maschera antigas per cavalli, un dispositivo di ascolto per la sorveglianza a terra, uno studio come teatro di posa, immagini tutte scattate nel 1917/1918; vi sono poi dei guanti di gomma per le pulizie domestiche (1920), un aspirapolvere (1921), una macchina lavastoviglie (1923), il progetto per una lavatrice asciugatrice (1926), una torretta per l’osservazione degli uccelli e dei velivoli (1930), un  primordiale computer progettato tra il 1920 e il 1930.

INFO:Per informazioni sugli orari di apertura dello spazio espositivo, per prenotare la visite: gallery@fondazionemast.org; https://www.mast.org/