Le nuove rivelazioni del “Premio Abbiati” 2016


di Andrea Zepponi

1 Lug 2016 - Commenti classica, Musica classica

Carmela Remigio - Paolo Petazzi MusiculturaonlineSerata di gala con grande affluenza di pubblico per la cerimonia di consegna del 35° Premio della critica musicale “Franco Abbiati” al Teatro Donizetti di Bergamo cui ho assistito martedì 7 giugno 20.30. Il prestigioso premio della critica musicale italiana intitolato al bergamasco Franco Abbiati, per decenni critico musicale del Corriere della sera, è un riconoscimento attribuito a protagonisti di singole annualità artistiche: istituito nel 1981, col patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Bergamo e su volontà progettuale di Filippo Siebaneck allora presidente dell’Azienda Autonoma di Turismo, costituisce un momento di riflessione e di analisi sulla vita musicale italiana da parte dei critici musicali che nel 1986 decisero di trasformare l’assemblea giudicante dell’Abbiati nell’Associazione Nazionale Critici Musicali, i cui premi per la musica dal vivo del 2015 sono stati assegnati dalla giuria composta da nomi noti nel settore come Alessandro Cammarano, Danilo Boaretto, Andrea Estero, Carlo Fiore, Angelo Foletto, Enrico Girardi, Enrico Girardi, Giancarlo Landini, Gianluigi Mattietti, Gian Paolo Minardi, Gregorio Moppi, Carla Moreni, Alessandro Mormile e Paolo Petazzi nella sede degli Amici della Scala, “tenendo in considerazione anche le segnalazioni pervenute dagli altri soci”. Queste le modalità e i criteri di assegnazione dei premi, che quest’anno ha avuto occasione di organizzare un discreto spettacolo con la presentazione di vari esponenti della scena internazionale, ad opera del critico Angelo Foletto, che ha presieduto la serata con eleganza e competenza, spezzoni di filmati delle performance degli artisti premiati e infine un piccolo, ma emozionante concerto con due cantanti lirici premiati e il coro del progetto 200.com del Teatro Sociale di Como cui è andato il Premio “Filippo Siebaneck”: il baritono Nicola Alaimo e il soprano Carmela Remigio che proprio a Bergamo ha interpretato Anna Bolena di G. Donizetti. Per non scontentare nessuno riproduco in questa sede i nomi dei premiati e le motivazioni ufficiali dei premi desumendole dal sito bergamonews.it; la presente recensione si occupa della parte della serata relativa al Premio Abbiati e ai premiati che si sono esibiti.

SPETTACOLO
The Bassarids di Hans Werner Henze
(Roma, Teatro dell’Opera)
Per la scelta inconsueta e coraggiosa di proporre in apertura di stagione, in prima nazionale nell’originale inglese, l’opera -una delle più significative riscritture novecentesche delle Baccanti di Euripide, densa di una inquietante molteplicità di richiami attuali – che in Italia era stata rappresentata solo nel 1968. Per la qualità complessiva dell’allestimento che si valeva della direzione di Stefan Soltesz, di grande chiarezza e intensità, di una compagnia di canto di alto livello e della regia di Mario Martone (scene di Sergio Tramonti, costumi, moderni, di Ursula Patzak), che raccontava l’orrore della vicenda con efficacia e sapiente forza allusiva.

DIRETTORE
Daniele Gatti
Per la bravura, il braccio impeccabile, il pensiero autentico, con cui ha concertato Falstaff di Verdi alla Scala, osando una lettura profonda e nuova, Pelléas et Mélisande al Maggio Musicale Fiorentino, decadente e romantico insieme, e in varie città italiane le Sinfonie di Beethoven, con la Mahler Chamber Orchestra, ricreate secondo prospettive originali, in laboratorio di sonorità.

REGIA
Guy Joosten, Elektra di Richard Strauss (Bologna, Teatro Comunale)
Per la qualità e intensità dello scavo psicologico con cui il regista ha decifrato e riconsiderato le relazioni tra i personaggi, in particolare tra Elettra e Clitennestra. L’inedito, intrigante, rapporto di emulazione e ammirazione tra le protagoniste ha sviluppato un magistrale gioco comportamentale ricco di notazioni minime ma penetranti, in grado di rendere giustizia al sofisticato esercizio decadentistico e ai serpeggianti risvolti ironici di libretto e partitura; con un finale sconvolgente, di rivelatrice coerenza teatrale.

SCENE
Paul Steinberg (CO2 di Giorgio Battistelli – Milano, Teatro alla Scala)
Per la risolutiva inquadratura scenica dello spettacolo, condivisa e influente sugli altri aspetti visivi, che pur operando attraverso una struttura quasi fissa che richiamava lo schermo di un tablet, ne utilizzava con coerente invenzione video-scenografica i dettagli grafici caratteristici o la ricreava moltiplicandone dimensioni e profondità: individuando per ogni scena, in dialogo serrato e continuo con la musica, una caratterizzazione spaziale e narrativa che agiva da drammaturgia aggiunta, talvolta autosufficiente.

COSTUMI
Anna Watkins (Jenůfa di Leóš Janáček – Bologna, Teatro Comunale)
Opulenti nei tessuti e minuziosi nella fattura, i costumi, tradizionali e bellissimi del primo e terzo atto sottolineavano con forza l’idea registica: nella sua ingombrante rigidità, l’abito diveniva prigione, costringendo i personaggi a movenze da marionetta in un mondo fatalmente statico ove tutto sembra impedito. Contrastavano gli abiti miseri del secondo atto, attraverso i quali si estrinsecava la natura intima dei protagonisti che, nella sfera privata si rivelavano in un geniale gioco di contrapposizione alle apparenze esteriori.

NOVITÀ PER L’ITALIA
Aureliano Cattaneo, Insieme, Parole di settembre
Insieme (2015), commissione di Milano Musica e del Mdi Ensemble, e Parole di settembre (2012-13), proposto in apertura della Biennale Musica 2015, presentano sfaccettature diverse della musica di Aureliano Cattaneo (1974) e della sua originale ricerca sul suono. Nei tre libri di Parole di settembre, per controtenore, soprano, baritono e strumenti, le “parole” di Sanguineti offrono una grande varietà di stimoli che Cattaneo coglie e trasfigura con estrosa ironia, con raffinata e sapiente scrittura strumentale e con mobile scrittura vocale.

Alessandro Solbiati, Il suono giallo
Anche se non è la prima volta che il visionario Der Gelbe Klang di Kandinkij viene trasformato in un’opera, Il Suono Giallo di Alessandro Solbiati, concepito come una sorta di sinfonia scenica, ha colpito il pubblico del Comunale di Bologna per la finezza e la densità della scrittura musicale (curatissima nella direzione di Marco Angius), ricca di atmosfere, di umori contrastanti, di continue metamorfosi armoniche, per la concentrazione espressiva degli intermezzi, per il raffinato gioco di “madrigalismi” nelle parti vocali, reso ottimamente dalla prova dei due cori e dei cinque solisti.

SOLISTA
Beatrice Rana
Per aver dimostrato, attraverso l’esecuzione a solo o in orchestra, che l’arte del virtuosismo pianistico si basa sul dominio della tecnica e sulla ricerca stilistica anziché sulla demagogia del giovane interprete di genio; per aver caratterizzato la scena pianistica contemporanea con esecuzioni paradigmatiche di Bach, Beethoven, Schumann, Čajkovskij, Bartók, Prokof’ev; per la leggerezza e l’ostinato rigore che la contraddistinguono in un panorama altrimenti offuscato dal sensazionalismo.

GRUPPO DA CAMERA
Ensemble Zefiro
Per l’assidua attività di ricerca, divulgazione ed esecuzione della musica d’insieme per strumenti a fiato dei secoli XVII e XVIII, con particolare riferimento al barocco tedesco, al repertorio della Harmoniemusik e, in senso lato, a una civiltà del suono molteplice le cui sfumature sono sempre portatrici di senso; per l’ampiezza della gamma timbrica, l’eloquio del cantabile e la costante pregnanza delle scelte espressive che ne fanno da molti anni un punto di riferimento internazionale.

CANTANTI
Carmela Remigio
Premiazione Remigio MusiculturaonlineArtista di spicco nel panorama dell’attuale scena lirica, Carmela Remigio possiede tecnica, musicalità, convincente gioco scenico che le permettono di fornire prove di indubbio valore, sostenute dall’adeguata conoscenza dello stile di ogni partitura, come ha dimostrato alla Fenice di Venezia in Alceste di Gluck e al Donizetti di Bergamo in Anna Bolena, di cui ha cantato la versione integrale dell’edizione critica.

 

Nicola Alaimo
Premiazione Alaimo 2 MusiculturaonlineBaritono italiano che ha saputo, attraverso un fraseggio sincero ed equilibratissimo, offrire una interpretazione del protagonista nel Falstaff di Verdi (Teatro alla Scala) umanamente toccante, teatralmente equilibrata fra narcisistica ironia e irrefrenabile gioia di vivere, sempre nel segno di una sorvegliata disciplina vocale autenticamente verdiana.

 

 

INIZIATIVA
Ensemble L’arsenale (Treviso)
Fondato nel 2005 a Treviso da un gruppo di giovani guidati da Filippo Perocco, l’Ensemble L’arsenale ha scelto un tipo di suono molto particolare, sfruttando vari tipi di estensioni elettroniche degli strumenti. Con 120 commissioni all’attivo, con il sostegno della Fondazione Siemens, con un’attività internazionale consolidata (che li ha portati a suonare da New York a San Pietroburgo), organizzano ogni anno a Treviso una rassegna di musica contemporanea tra le più originali nel panorama italiano.

PREMIO “PIERO FARULLI”
Quartetto Maurice
Georgia Privitera, Laura Bertolino, violino
Francesco Vernero, viola
Aline Privitera, violoncello

PREMIO SPECIALE “GIANANDREA GAVAZZENI”, nel ventennale della morte
Corrado Rovaris
Per aver condotto felicemente in porto la sfida di far rivivere per la prima volta in età moderna Anna Bolena in edizione critica. L’intelligenza della lettura, giocata sul filo di dinamiche stringenti ma mai convulse e di ritmi capaci di sciogliersi in elegiache morbidezze, alla testa di una compagine orchestrale sostanzialmente filologica, ha illuminato di luce nuova il titolo d’autore inserendosi autorevolmente nella storia interpretativa donizettiana di cui Gianandrea Gavazzeni è stato maestro, con esiti storici proprio a partire dalla prima riscoperta moderna di Anna Bolena nel 1957.

PREMIO “FILIPPO SIEBANECK”
Teatro Donizetti - Bergamo e Coro progetto 200.com200.com (Como, Teatro Sociale) Per la qualità del progetto trasversale, aperto a tutta la città, che si è ritrovata per la terza stagione consecutiva – in crescente entusiasmo – a cantare le parti corali dei Pagliacci  (dopo Cavalleria rusticana e Carmina Burana ) affidate a centinaia di “dilettanti”, accuratamente preparati, in appositi laboratori, per dimostrare la bellezza l’accessibilità e il ruolo sociale dell’opera partecipata

Una lista di tutto rispetto per riconoscere e valorizzare, grazie al vaglio critico dei suddetti esponenti indiscussi della critica musicale italiana, le presenze artistiche emergenti e quelle ormai consolidate da anni di successi nei teatri e nelle produzioni. Tre di queste si sono esibite nella serata, dopo la premiazione, in modo egregio e generoso accompagnate altrettanto egregiamente dal pianista Samuele Pala: il coro del progetto 200.com che, disposto nei palchi, ha intonato in modo sorprendente il famoso brano di apertura dell’Elisir d’amore di Donizetti, Bel conforto al mietitore (foto); il baritono Alaimo nell’aria della Traviata di Verdi, Di Provenza il mar e il suol, eseguita con la sua consueta e bella comunicativa con il pubblico che gli ha decretato la simpatia e il consenso di sempre; indi la volta della Remigio, ormai beniamina del teatro bergamasco, conquistato dalla sua donizettiana toccante Anna Bolena, la quale ha interpretato per l’occasione l’aria dalla Turandot pucciniana Tu che di gel sei cinta, fornendo un ulteriore esempio di intelligenza interpretativa nel fraseggio e nella condotta vocale impeccabile e ben proiettata drammaticamente anche in sede di concerto.
Alla fine applausi e soddisfazione per tutti.

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