“La tempesta”, un graphic novel di Marino Neri


a cura di Alberto Pellegrino

29 Set 2022 - Fumetti, Libri

“La tempesta” di Marino Neri è un graphic novel che racchiude una dramma esistenziale.

Marino Neri (1979) è un affermato autore di graphic novel ed è il maggiore esponente italiano del “realismo magico a fumetti” che si traduce in una rappresentazione del mondo anche nei suoi aspetti più drammatici presentati in modo asciutto e spietato, ma anche attraverso suggestive visioni surreali supportate da una concezione pittorica dell’inquadratura e da un uso poetico del colore. 

La tempesta (Oblomov, 2022) è un’opera dove i contenuti realistici e psicologici hanno un peso maggiore rispetto alle aperture visionarie e immaginifiche tipiche dell’autore, un’opera che inizia con un prologo in cui si vede una ragazza con la valigia mentre attraversa un campo fiorito che finisce per calpestarlo in modo violento e quindi fermarsi estasiata ad ammirare un cielo solcato dai fuochi d’artificio.

I contenuti del racconto

La storia ha invece per protagonista Manuel, un giovane che abbandona il suo mondo rurale per frequentare un non precisato corso di formazione e che viaggia prima in autobus poi a piedi, quando la corriera è stata fermata da un guasto, per cui lo vediamo camminare su solitarie strade di campagna e lo osserviamo mentre interagisce con un lontano interlocutore tramite dei messaggi telefonici. Nello stesso tempo il ragazzo prende appunti su un piccolo diario e cita alcuni versi tratti da Il battello ebbro di Rimbaud, i quali danno un senso al titolo del racconto: «La tempesta ha benedetto i miei marittimi risvegli/più leggero di un sughero ho viaggiato sui flutti».

Parallelamente Demetrio, un facoltoso uomo d’affari, carica su un camion un misterioso quadro che raffigura una donna e una tartaruga e che diventerà il “motivo conduttore” dell’intera vicenda. Nel frattempo il ragazzo, immergendosi sempre di più in una realtà a lui sconosciuta, finisce per arrivare in vista della lussuosa villa in stile modernista abitata da quel ricco proprietario; nascosto dietro un albero vede e fotografa il corpo nudo della padrona di casa che esce dalla piscina, spinto evidentemente da pulsioni voyeuristiche.

Si stabilisce un ambiguo rapporto triangolare, quando il ragazzo cerca rifugio nella villa a causa della tempesta e viene accolto come un ospite inaspettato. Da quel momento quella abitazione diventa un luogo affascinante e isolato, circondato da atmosfere che ricordano quelle del bellissimo film coreano Parasite di Bong Joon-ho nel quale si narra il drammatico scontro di classe tra due famiglie, oppure quelle dell’altro inquietante film Visitor Q, in cui l’intrusione di uno sconosciuto in un ambiente familiare già precario fa deflagrare in dramma la routine quotidiana.

Un’analisi delle tematiche affrontate nel racconto

Il graphic novel di Marino Neri, per la sua ambientazione e per le tematiche toccate, sembra invitare a riflettere sullo scontro sociale tra persone benestanti e gente comune, sullo scontro dialettico e psicologico tra generazioni diverse: rispetto al giovane protagonista lo sconosciuto proprietario della villa diventa una specie di figura paterna che istaura un rapporto conflittuale destinato a sfociare in una inaspettata complicità. A sua volta la giovane moglie assume un ruolo d’iniziatrice alle inesplorate esperienze sessuali del protagonista in una cruciale scena notturna che si svolge durante la tempesta, la quale diventa una metaforica spinta a fondere due personaggi animati da istinti morbosi e da un bisogno di sentimenti personali umanamente più intensi.

Con La tempesta l’autore sembra deciso ad affrontare tematiche di grande attualità che vanno oltre l’esplorazione del concetto d’intrusione nelle vite e nei luoghi di altri. Infatti il racconto si propone di analizzare il problema della perdita dell’innocenza adolescenziale, della incomunicabilità tra generazioni, del ruolo degradato della donna chiusa nella gabbia dorata di una villa lussuosa. Vi è infine quella improvvisa esplosione di una violenza strisciante che sale in superfice quando il padrone di casa uccide un barbone (una specie di “scemo del villaggio”) sorpreso nella cantina della villa ed estorce la complicità al ragazzo, convincendolo ad aiutarlo, perché bisogna liberarsi del cadavere.

Così i due uomini raggiungono con una barca il centro di un vicino lago, dove gettano il fardello con il corpo dell’uomo assassinato, mentre nel cielo, ritornato sereno dopo la tempesta, esplode un florilegio di fuochi d’artificio come era accaduto nel prologo che preannunciava il moto di ribellione della donna. Non certo per caso, mentre i due maschi compiono la loro azione criminosa, la giovane padrona di casa prepara una valigia ed esce in cerca di una nuova libertà, stabilendo un evidente collegamento con quella ragazza del prologo secondo una schema circolare del racconto.

Un autore capace di suscitare forti suggestioni

Marino Neri riesce a creare suggestioni affascinanti e forti tensioni nel lettore attraverso un “non detto narrativo” che privilegia il segno grafico alla parola, lavorando per sottrazione in modo da realizzare un racconto misterioso dal quale è difficile distogliere lo sguardo grazie a una narrazione rapida, fluida e di tipo  cinematografico, evidenziata dalla scelta strutturale della pagina suddivisa in tre sezioni orizzontali che contengono quasi sempre sei vignette con risultati di ampio respiro raggiunti attraverso l’uso di panoramiche di esterni e d’interni, con un ritmo disteso e bucolico nella prima parte del racconto ambientato nella natura, il quale diventa poi più conciso e drammatico all’interno della villa che finisce per trasformarsi nella scena teatrale di un dramma familiare piccolo borghese.

Qui le inquadrature si restringono sui volti dei personaggi quando il confronto si fa più intenso, creando atmosfere sospese e inquietanti, cariche di tensioni emotive, sessuali e sociali che non sono mai sovrannaturali, ma sempre umane e reali, per questo più impressionanti e angoscianti, rese maggiormente evidenti dall’uso delle chine e dei neri totali dai quali emergono o all’interno si nascondono i personaggi, le loro espressioni e i loro pensieri. A volte tutto lo spazio circostante finisce per oscurarsi per mettere in evidenza corpi dai tratti somatici sempre più sintetici e imperscrutabili, quasi vi fosse in essi la voglia di celarsi nell’oscurità che li circonda.

Nel racconto lo scontro generazionale e sociale si materializza nel diverso modo di vivere e di pensare del giovane protagonista che è aperto al mondo e che sogna di fare lo scrittore, mentre finisce per doversi confrontare con il mondo ultra razionale e cinico del ricco proprietario della villa, con il quale arriva alla fine con lo stabilire un altrettanto cinico e degradante compromesso. Al contrario, la collisione tra una concezione maschilista e violenta con la visione femminile della vita, fatta di speranza e di accoglienza, assume la forma non di una fuga ma di una coraggiosa e radicale liberazione.

La componente magica e simbolica del racconto

Il tipico elemento magico e onirico di Marino Neri in questo graphic novel si limita alla presenza di alcuni elementi simbolici che gravitano attorno a un misterioso quadro incombente su tutta la storia con un significato difficile da interpretare. Nella giovane donna, che nel quadro guarda una tartaruga capovolta, si potrebbe vedere la metafora del viaggio di Manuel, il quale parte come un animale selvatico e sicuro del suo cammino per diventare una creatura capovolta e svelata nelle sue contraddizioni e flebili credenze sotto l’occhio vigile e deluso della donna che per una notte ha unito il suo corpo al suo. Il quadro potrebbe raffigurare anche la parabola del percorso di Demetrio, anticipando il capovolgersi delle sue coriacee certezze maschili e della sua repressa violenza esposte allo sguardo sconsolato e giudicante della donna che si prepara a porre fine alla loro relazione. Si può infine assegnare un valore metaforico alla scena conclusiva della storia con i due uomini che, sulla barca in mezzo al lago, osservano il cielo solcato dai fuochi d’artificio, legati da un segreto inconfessabile, uniti da una specie di arcaico e barbaro rito d’iniziazione che riguarda il giovane protagonista, il quale ha perduto il fiore dell’innocenza ed è stato sottoposto a un battesimo di sangue che ha fatto nascere un uomo nuovo purtroppo simile ad altre migliaia di esseri umani.

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