Juan Diego Florez protagonista al Teatro delle Muse


di Roberta Rocchetti

30 Ago 2021 - Commenti classica

Il Teatro delle Muse di Ancona celebra Franco Corelli con “Corelli 100 Kammeroper alle Muse”. Protagonista della serata del 25 agosto il tenore Juan Diego Florez affiancato dalla giovane soprano valenciano Marina Monzò.

L’otto aprile 1921 nasceva nella sua casa in uno dei quartieri più caratteristici di Ancona Dario Corelli, che alcuni anni dopo diventerà uno dei tenori più celebri e celebrati al mondo col nome di Franco Corelli. Una carriera intensa, calcando i più importanti palcoscenici mondiali, duettando con soprani divenute icone senza tempo, concentrata e splendente come un sole che Corelli volle spegnere prima che qualunque cenno di declino potesse oscurarne il calore, affinché attingendo al suo ricordo si trovasse solo luce senza macchia, una luce però mai arrogante o soverchiante, resa delicata e discreta da un carattere schivo, da una modestia che fu anche autocritica senza sconti, dal desiderio di non far travolgere l’essenza del suo vivere quotidiano dalla macchina della celebrità.

E luce senza macchia abbiamo trovato al Teatro delle Muse la sera di mercoledì 25 agosto, quando si è deciso di dare avvio alla rassegna in onore del grande tenore “Corelli 100 Kammeroper alle Musecon il concerto sinfonico che ha visto come protagonista Juan Diego Florez.

Il tenore peruviano non necessita di troppo prolisse presentazioni, soprattutto qui nella nostra regione dove il suo contributo alla “Rossini Renaissance” donato attraverso le innumerevoli partecipazioni al Rossini Opera Festival di Pesaro è noto a chiunque si interessi anche solo marginalmente a questo genere musicale, dall’esordio nel 1996 con Matilde di Shabran  fino ai giorni nostri in un continuo evolversi, dal più acrobatico virtuosismo al fluire naturale in ruoli extra rossiniani divenuti possibili grazie ad una acquisita maturità vocale, ruoli come quello del Duca di Mantova in Rigoletto o Rodolfo nella Boheme passando per Massenet e Gounod.

L’Orchestra Sinfonica Rossini guidata magnificamente da Christopher Franklin che ha saputo dare espressione ad ogni nota attraverso l’uso sapiente di dinamiche ed agogiche affinché potessero liberare tutto il potenziale emotivo delle partiture, ha accompagnato Florez in un percorso che ha avuto il suo avvio dopo l’introduzione orchestrale, ovvero la magnifica sinfonia della Norma di Bellini. La direzione di Franklin è morbida nei tempi, consente respiro alle emozioni, lascia che i solisti possano esprimersi secondo le loro doti peculiari e sa come sottolineare i rilievi interpretativi sia musicali che vocali, doti subito messe in luce dal primo brano Tombe degli avi miei dalla Lucia di Lammermoor. Successivamente il concerto si è spostato sul repertorio francese caro a Florez, quindi dopo lo stacco orchestrale con il preludio dal primo atto della Carmen si è passati a Gounod,   Ah, lève toi soleil ha aperto la parentesi dedicata al compositore e finalmente è entrata in scena la figura femminile che affianca ormai da qualche tempo il tenore in diversi palcoscenici, il giovane soprano valenciano Marina Monzò, dalla carriera ancora agli stadi iniziali ma già molto promettente, una vocalità agile,  messa al servizio di Mozart, Donizetti e Bellini, Verdi e sul palco delle Muse si è guadagnata l’applauso del pubblico gestendo la scena in solitaria con Je veux vivre e accompagnando Florez in Va, je t’ai pardonné…Nuit d’hyménée, ha chiuso lo spazio dedicato a Gounod l’ouverture del Faust e di nuovo Florez con Salut demeure chaste et pure. Si è poi passati a Massenet con Frère, voyez! e Porquoi me réveiller dal Werther.

L’orchestra si è poi orientata su temi più sanguigni e mediterranei con il caldo e struggente intermezzo dai Pagliacci di Leoncavallo, ha chiuso la scaletta ufficiale Puccini dove dopo Che gelida manina il tenore è tornato a duettare col soprano nel conclusivo O soave fanciulla.

Il pubblico entusiasta e la genuina generosità di Florez hanno permesso l’esecuzione di diversi bis durante i quali il tenore ha narrato della sua conoscenza con Corelli e di quanto avesse percepito la grande bontà d’animo dell’artista anconetano, quindi l’orchestra ha accompagnato il protagonista della serata in Core n’grato, Torna a Surriento e l’immancabile Nessun dorma, portafortunafinaledi ogni concerto tenorile, dopodiché lasciato il palco Franklin, Florez ha continuato con la chitarra in una chiusura intima ma ben pensata per mettere in luce gli aspetti espressivi della propria voce intonando alcuni passaggi di Parlami d’amore Mariù, Besame mucho e Cuccurucucu paloma.

Pubblico in piedi e Florez sugli scudi a fine serata. La rassegna Corelli 100 proseguirà con Il giovedì grasso di Donizetti il 29 e 31 agosto seguito da Il conte Ugolino di Donizetti e Gianni Schicchi di Puccini il 5 e 7 settembre, inoltre nell’ambito della rassegna stessa saranno presenti mostre e tavole rotonde, tutte a ricordare e celebrare Franco Corelli, gloria cittadina, nazionale e internazionale il cui sole splende ancora alto e senza macchia, discreto e benevolo, così come da lui voluto.

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