Intervista ai Veramadre in occasione dell’uscita dell’album “Karmacaos”


a cura della Redazione

27 Feb 2021 - Commenti live!

Preceduto dal brano omonimo i Veramadre hanno pubblicato l’album “Karmacaos”, registrato e mixato alla MadHouse Records,prodotto da Andrea Madeccia e distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records del musicista e produttore Salvatore Papotto. Abbiamo intervistato Americo Pucci, batterista e videomaker della band.

A distanza di quasi quattro anni dal precedente Veramadre (La Stanza Nascosta Records, 2017), la band di Priverno Veramadrepubblica l’album “Karmacaos” (avevamo, su queste pagine, presentato l’omonimo singolo:  https://www.musiculturaonline.it/uscito-karmacaos-dei-veramadre-apripista-del-nuovo-album/ n.d.r.)registrato e mixato alla MadHouse Records e prodotto da Andrea Madeccia.

“Karmacaos”,distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Recordsdel musicista e produttore Salvatore Papotto, decreta l’acquisita maturità della band, che, dopo un esordio gradevole ma non particolarmente incisivo, guadagna in autorevolezza e personalità. Merito sicuramente anche della vocalità inconfondibile di Nahuel Cisneros, che veste alla perfezione sonorità prog-oriented, con influenze psichedeliche.

“Musiculturaonline” ha incontrato il batterista e videomaker della band, Americo Pucci.

D. Rispetto al precedente “Veramadre” l’ultimo lavoro, “Karmacaos” sembra virare verso il progressive metal. A cosa è dovuto questo cambio di sonorità rispetto al pop-rock degli esordi?

R. Abbiamo avuto un cambiamento di line-up: abbiamo inserito Nahuel alla voce e Federico alle tastiere e di conseguenza le loro influenze musicali, molto in linea con i restanti membri, ci hanno permesso di creare un album di gran lunga più personale e rock.

D. “Karmacaos” è stato definito, nella nota stampa ufficiale, “una sorta di diario di viaggio generazionale”. Quali sono i punti fermi della vostra generazione?

R. Bella domanda! Sicuramente c’è una grande voglia di rinascita e di miglioramento, pur nel generale disorientamento. L’auspicio è quello di imparare dagli errori di chi c’è stato prima di noi e farne tesoro, mettendo a frutto la nuova consapevolezza acquisita.

D. Tre artisti che non possono mancare nella vostra playlist?

R. Siamo cinque e abbiamo cinque stili musicali molto differenti, ci accomuna tutto il rock classico anni sessanta/settanta.

D. Siete stati selezionati come opening act del concerto degli Afterhours, nell’ambito della manifestazione Rock in Roma 2017. Che ricordo conservate di quella esperienza?

R. La bellezza del pubblico ed il suo calore. Ai tempi non avevamo nemmeno finito il primo album e siamo stati chiamati ad aprire un concerto prestigioso … oltre alla grande emozione c’era molta paura, ma alla fine è andata benissimo!

D. Che apporto ha dato alla band, secondo voi, l’ingresso di una vocalità riconoscibile come quella di Nahuel Cisneros?

R. Oserei dire fondamentale. Nahuel ha una voce pazzesca! È un grande punto di forza per la band, proprio in virtù della riconoscibilità del suo timbro vocale.

D. Ci sembra che curiate particolarmente l’artwork dei vostri lavori e, in generale, la vostra immagine (anche social). A livello visivo qual è il segno distintivo dei Veramadre?

R. Gli artwork sono opera del nostro amico, nonché (grande) fotografo, Luigi Renzi, che ci consente di rappresentare al meglio, a livello visivo, la nostra musica. Apprezziamo molto il fatto che voglia sempre sentire con attenzione la canzone prima di lavorare, per trarne suggestioni e ispirazioni da tradurre in immagine; un ascolto attento ed un lavoro scrupoloso non sono da tutti. Per quanto riguarda i social, ci piace moltissimo pubblicare foto dei live. Credo che la dimensione live sia bella da immortalare e da “postare”, perché è quella che maggiormente ci rappresenta. Credo anche che da questa scelta trapeli la voglia di essere naturali, senza filtri, sovrastrutture o eccessive “patinature”. Vorremmo fare dell’autenticità uno dei nostri segni distintivi.

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