Il recital di Covatta: se non fai parte della soluzione, allora fai parte del problema


di Elena Bartolucci e Daniela Marcozzi

27 Nov 2012 - Commenti teatro

giobbecovatta_MusiculturaonlineMontegranaro (FM) – Venerdì 23 Novembre 2012 il cine-teatro La Perla ha ospitato l’attore Giobbe Covatta con il suo nuovo spettacolo, Recital.
Un tuffo nel passato che, in realtà, catupulta lo spettatore in un futuro molto prossimo. Lo spettacolo inizia con il comico Giobbe Covatta che afferma di essere il nipote di se stesso e che racconta le vicissitudini accadute in Italia e nel mondo a partire dal “lontano” 2015.
Lo scenario che viene presentato è a dir poco paradossale: Belen Rodriguez eletta Premier; elezioni politiche tramite televoto nel programma di Maria De Filippi o il Nobel per la medicina a Valeria Marini per essere sopravvissuta a più di settanta interventi di chirurgia plastica, la Cina che acquista la Grecia, ecc… Finalmente il grande problema della fame nel mondo è stato risolto visto che ormai sono morti tutti e il pre-pensionamento è stato sostituito dalla pre-mortalità.
Come si era arrivati a quel punto? Tutti i problemi descritti erano stati causati dall’ignoranza, dalla scarsa volontà dell’auto-informazione, dalla mancata volontà di schierarsi da parte della cosa giusta da fare e dalla mediocrità della scuola.
La paura dilagava tra le persone comuni, costrette a sistemi di allarme alquanto bizzarri per evitare di vedere le proprie abitazioni svaligiate dai ladri. Anche il significato della parola terrorismo aveva assunto delle connotazioni tali da creare un vero terrore anche all’idea di salire su un aeroplano.
Nuove invenzioni erano arrivate anche in ambito ecclesiastico come l’ostia per single o l’acqua santa di varie qualità.
Molto simpatica la parabola di Peppe o’parulanoche, per mezzo del Signore, ha ricevuto il compito di smaltire tutta la ‘mmonnezza del pianeta e la morale finale è proprio che non è importante tanto smaltire l’immondizia quanto non accumularla inutilmente.
A causa dell’aumento delle temperature, il paesaggio era completamente cambiato (per esempio le nevi perenni si erano sciolte, i deserti si erano estesi, gli alberi si erano seccati e i fiumi prosciugati) e così anche l’esigenze dell’uomo.
Proprio per questo un certo Mosè riceve l’incarico di occuparsi dell’Esodo dall’Africa, organizzando una “vacanza intelligente” in direzione dell’Europa, dove l’intolleranza la fa da padrona. Persino contro Gesù, costretto dal Padreterno a tornare sulla Terra, che non viene creduto e poi condannato all’ergastolo. Nel frattempo le popolazioni sono diventate sempre più vecchie e i bambini ancora nell’utero si rifiutano di nascere per essere poi cresciuti da genitori ormai decrepiti.
Giunti nel 2100 le risorse come petrolio e gas sono finite e gli uomini sono ormai a rischio di estinzione, poiché non sono in grado di adeguarsi all’evoluzione e ai cambiamenti climatici causati dalle loro stesse azioni. Dall’homo sapiens si è giunti all’uomo deficientis, che ha deligittimato il suo corpo, divenuto ormai un tempio di tecnologie, usate per scaricare bambini da Youtube e per copulare tramite le connessioni internet.
La conclusione di questa descrizione, potenzialmente, drammaticamente realizzabile nel giro di qualche decennio, è descritta dal comico con la frase “se non fai parte della soluzione, allora fai parte del problema”. Questo a sottolineare il ruolo fondamentale che ognuno di noi ha contro la lotta all’inquinamento terreste e all’imbarbarimento antropologico della nostra società.
Il comico partenopeo è uno dei pochi in grado di creare il giusto equilibrio tra serio e faceto, garantendo sempre un dialogo scoppiettante e a tratti irriverente con il pubblico su tematiche dai risvolti profondi. La sua filosofia, infatti, è quella di far divertire il pubblico senza impedirgli di pensare.
L’unico neo di questo spettacolo è di come Covatta abbia purtroppo “riciclato” alcune battute e gag dalle sue ultime fatiche teatrali e anche di come spesso ricorra all’uso della parolaccia o di volgarità gratuite per accaparrarsi qualche applauso in più. Del resto, però, la fortuna di questo comico napoletano è stata sempre questo genere di comicità che il pubblico di Montegranaro ha saputo comunque apprezzare in pieno.

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