“Il mio Egitto” di Rania Yehia: una storia per costruire legami


di Flavia Orsati

6 Ott 2025 - Libri

Recensione de “Il mio Egitto” di Rania Yehia (FAS Editore), un libro scritto in arabo e italiano, per i bambini italiani e quelli arabi residenti in Italia. Le illustrazioni sono di Ahmed Beshr.

Il legame di amicizia tra Italia ed Egitto ha una sua storicità, che si rinnova costantemente attraverso iniziative culturali, educative e sociali. Un esempio emblematico di questo fenomeno è il recente libro “Il mio Egitto” della dottoressa Rania Yehia, direttrice dell’Accademia d’Egitto a Roma, pubblicato dalla FAS Editore.

Il libro, bilingue, scritto in arabo e italiano, è destinato sia ai bambini italiani sia a quelli arabi residenti in Italia, con l’obiettivo di promuovere la conoscenza della cultura egiziana e rafforzare i legami tra i due popoli. L’opera rappresenta un gesto concreto di dialogo interculturale e di educazione alla memoria: si tratta di un racconto semplice ma profondamente simbolico, che riflette la forza dell’identità, l’importanza della conoscenza e la capacità dell’educazione di unire popoli e generazioni.

Il protagonista, Lorenzo, è un bambino di dieci anni nato a Roma da genitori egiziani. Come molti figli di famiglie che vivono tra due culture, si sente lontano dal Paese d’origine: parla italiano, studia in una scuola internazionale e considera l’Egitto un luogo conosciuto solo attraverso fotografie, racconti e ricordi familiari. La svolta arriva quando Lorenzo scopre che studierà una materia chiamata Egittologia. La curiosità si trasforma presto in orgoglio e desiderio di conoscere e così, con l’aiuto della madre, che gli racconta con passione la grandezza della civiltà egizia, il bambino inizia un percorso di riscoperta culturale che lo porterà a comprendere l’importanza delle sue origini.

Rania Yehia

Il libro, arricchito da illustrazioni inedite, realizzati appositamente dall’artista Ahmed Beshr, e scritto con un linguaggio adatto ai più piccoli, è molto più di una storia per l’infanzia. È un messaggio universale sull’identità e sull’appartenenza, un invito a conoscere sé stessi attraverso l’altro. Nel corso della narrazione, Lorenzo visita l’Accademia d’Egitto a Roma, rimane affascinato dai geroglifici e dalle opere d’arte e scopre quanto l’Italia e l’Egitto siano uniti da un profondo rispetto reciproco per la cultura e la storia. L’Accademia, che da decenni opera sotto l’egida del Ministero della Cultura egiziano, infatti è un luogo dove arte, musica, letteratura e ricerca si incontrano, creando uno spazio di dialogo permanente tra artisti, studenti e ricercatori dei due Paesi.

In un momento storico in cui la cooperazione educativa tra Italia ed Egitto conosce un nuovo slancio, il libro appare come una felice coincidenza – o, forse, una naturale conseguenza – di un dialogo che si rafforza ogni giorno: nel dicembre 2023, infatti, è stato firmato un Memorandum d’intesa per introdurre l’italiano come seconda lingua straniera nelle scuole pubbliche egiziane. Questo accordo prevede l’insegnamento della lingua italiana a partire dall’anno scolastico 2024/2025, con l’obiettivo di promuovere la cultura italiana e facilitare gli scambi culturali tra i due paesi.

L’educazione, dunque, emerge come un elemento chiave nella costruzione e nel rafforzamento dell’amicizia tra Italia ed Egitto. Attraverso la promozione della lingua, della cultura e della storia, è possibile creare una comprensione reciproca che va oltre le differenze e favorisce la cooperazione e il dialogo. In questo senso, iniziative come quella della dottoressa Yehia sono fondamentali per consolidare i legami tra i due popoli e costruire un futuro di pace e collaborazione: quando la cultura si traduce in educazione e in narrazione, diventa una forza gentile ma potentissima, capace di avvicinare i popoli più di qualsiasi accordo formale.

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