Il “Donald” di Stefano Massini


di Alberto Pellegrino

16 Giu 2025 - Letteratura, Libri

Recensione del libro di Stefano Massini “Donald. Storia molto più che leggendaria di un golden men (Einaudi, 2025).

L’11 gennaio 2021 lo psicanalista Massimo Recalcati ha pubblicato un profilo psicologico dell’attuale presidente americano intitolato Il narcisismo di Tramp, del quale riportiamo alcuni passaggi: “La cifra psicologica più profonda di ogni populismo è quella dell’incesto. Non fa eccezione da questo punto di vista il populismo nazionalista-sovranista di Trump, che riflette una concezione chiusa, esclusiva, incestuosa della relazione con il popolo. Egli non si limita a rappresentare il popolo, ma è il popolo […] Tramp non può sopportare la contraddizione, lo spirito critico, il dibattito aperto, perché ciò incrinerebbe il sodalizio intimo con il suo popolo. Questa intimità oscura che esclude ogni forma di mediazione simbolica è la cifra incestuosa che struttura geneticamente ogni forma di populismo. Ne deriva il ripudio dello spirito della democrazia che invece si regge proprio sul principio di rappresentanza e sulla difficile prova del pluralismo. Trump non solo non crede nella democrazia concepita in questi termini, ma l’ha sempre ritenuta ostile alla sua affermazione personale come imprenditore prima e come presidente poi. La sua concezione del potere resta anticostituzionale e intimamente totalitaria […] Egli crede solo nel diritto del suo Ego. Le leggi sono viste con sospetto in quanto impongono una regolazione arbitraria a questo diritto che vorrebbe essere assoluto […] Diversamente dai leader totalitari del Novecento, egli non è mosso da una Causa ideale, per quanto delirante possa essere – la rivoluzione, la lotta di classe, la superiorità della razza – perché la sola Causa che gli interessa è quella del suo Ego. In questo egli è un esponente significativo di leadership nel tempo cosiddetto post-ideologico. La sua ambizione è quella di accrescere illimitatamente la potenza del suo nome, è quella che ha dichiarato più volte con un candore da adolescente, di diventare famoso” (A pugni chiusi. Psicanalisi del mondo contemporaneo, Feltrinelli, 2023, pp. 299-300).  

Stefano Massini ha ripreso questo tema con un testo teatrale che potremmo definire un oratorio laico intitolato Donald. Storia molto più che leggendaria di un golden men (Einaudi, 2025). Uno dei maggiori drammaturgi contemporanei, l’autore italiano più rappresentato all’estero, il vincitore di cinque “Tony Award”, ha già affrontato tematiche e personaggi scabrosi come Adolf Eichmann e Adolf Hitler con il suo Mein Kampf, l’invenzione della bomba atomica con Manhattan Project.

Questa auto-narrazione di un moderno Re Mida, capace di trasformare in dollari tutto quello che tocca, può essere vista come una “partitura” in versi, nella quale gli aspetti grotteschi si alternano ad altri minacciosi e inquietanti. Massini scava nel carattere e nella psicologia del primo Tramp, dall’adolescenza alla piena giovinezza, come aveva fatto Ali Abbasi nel film The Apprentice (2024), dove il personaggio di Tramp appare prima di riempire la scena pubblica e di arrivare alla Casa Bianca, per analizzare una delle sue fasi vita precedenti al raggiungimento di quel traguardo politico.

Massini disegna un’icona del “fascismo pop” del XXI secolo, un uomo che adotta la stessa “filosofia” del gioco del poker quando era un assiduo frequentatore del Casinò di Atlantic City: “Come al tavolo verde, in mezzo ai perdenti, ti accorgi distintamente che tu solo non sei più un perdente, e che la mano è tua”. Tramp rimarrà sempre fedele a questa regola primordiale, sulla quale costruirà la propria personalità e le sue teorie politiche.

D. Tramp visita il suo nuovo casinò

Negli anni Settanta conosce e ingaggia l’avvocato Roy Cohn, un losco ma potente esponete dell’ala oltranzista del Partito repubblicano, già in primo piano nella vergognosa campagna maccartista, un uomo che usa con disinvoltura ricatti e minacce, tanto da rischiare nel 1986 di essere radiato dall’ordine degli avvocati (cosa che naturalmente accade). Questo avvocato detta a Tramp tre regole inderogabili di comportamento in politica: attaccare sempre; dire che hai vinto sempre; non ammettere mai una sconfitta. Naturalmente Cohn ha una sua personale etica del potere: “L’uomo è un inquilino, Dio gli ha dato l’immobile. È tutto solo un contratto d’affitto. […] Io ti insegnerò…i pilastri fondamentali del potere, il potere vero non la sua controfigura. Il potere vero che tanto per cominciare non ammette contorno non vuole confini non sta nei recinti e come tale non conosce regole né leggi se non quelle del mantenere e conservare se stesso, nonostante tutto e sempre. […] Se vuoi salvarti getta a mare, Donald ogni zavorra: ogni coscienza etica moralità giudizio decoro rispettabilità e con esse il lamento insopportabile da vittima che affossa definitivamente lo scafo. […] L’attacco è l’unica difesa l’attacco è l’unica regola se vuoi diventare in pochi anni l’incontrastato sovrano di New York, Re Donald I, colui che ancor prima di regnare creò la città”.

Tramp segue i suoi consigli e in età adulta diventa un golden man, un uomo-simbolo che negli anni Ottanta incide il proprio nome a lettere d’oro sulla facciata della Tramp Tower, un grattacielo di 58 piani costruito al centro di New York. Nel momento che è diventato un grande imprenditore edile, egli dice. “Io non vendo case. Io vendo felicità…Questo è il mio oro. […] cosa sono gli immobili? Metri quadri di cemento e vetro, del tutto insignificanti in sé, non è con loro che puoi farti spazio dentro nel portafogli e quindi nell’esistenza di questi milioni di formiche, cosa cercano? Cosa chiedono se non credere che qualcuno possa voglia renderli felici? La formica del tutto incapace di strappare la felicità da sola, finisce sempre immancabilmente a un bivio: rinunciarvi o delegarla come compito a chi fra le formiche gli dica Io vi farò felici”.

Tramp ha progressivamente definito e auto-disegnato il brand di se stesso: “Depositerò come marchio commerciale non solo il mio nome ma la mia stessa faccia il mio corpo la mia vita in ogni sua piega, farò di me da ora innanzi una leggenda che narra se stessa, non mi basta più il mercato è un vestito stretto finalmente io sarò un business vivente, io non faccio affari io sono l’affare, io non vendo prodotti, io sono il prodotto, io non scrivo la storia, io sono la storia io non piazzo cose da adesso piazzo me stesso […]”.  

Il tutto si conclude con una trionfale esaltazione dell’IO innalzato al livello di una invincibile divinità: “Io da solo ho diritto di entrare nelle menti nei pensieri nelle esistenze stessa di milioni di minuscole formiche, non dovrete più nemmeno alzare gli occhi, il tempo dell’altezza è per me concluso scendo al vostro pari io mi abbasso al vostro piano vi basterà accendere un televisore sera dopo sera la mia faccia moltiplicata ovunque all’infinito […] una ripetizione incontenibile irresistibile di me stesso destinata a raggiungere tutti e tutto a qualunque distanza fuso orario e latitudine […] solo a quel punto mi avrete dentro come una faccia necessaria di voi stessi. Io sarò in voi un televisore acceso anche se spento che trasmette la mia leggenda 24 ore su 24 anche volendo non potrete cambiare canale…io sarò sempre la puntata interminabile di una stagione interminabile di un programma interminabile […] Io sarò per voi l’unica chance irrinunciabile per essere felici […] È l’ora, sì, è l’ora di scendere fra le formiche dentro il formicaio è l’ora di scendere con un ascensore a precipizio dall’attico al livello zero e anzi forse ancora più giù sotto dove non viste corrono le tubature i nauseanti canali delle fogne dove milioni di esseri perfetti smaltiscono il letame che hanno dentro e solo così si illudono di averlo azzerato ma là sotto lui resta e scorre come un fiume in piena che altro non chiede se non di strabordare in superficie prendendosi ogni cosa… La città la controlli veramente solo se conosci le sue fogne”. Buona fortuna America! Hai scelto il “fascismo pop” di Tramp che, come lui stesso dice, è uscito dalla fogne, ora goditelo.

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