Il centenario verdiano ad Amandola


Francesco Massi

10 Feb 2001 - Commenti classica

Amandola (AP) (29/1/01)
Volano le arie verdiane, dalla bellezza senza tempo, fra le navate e gli affreschi della chiesa dell'Abbazia dei Santi Ruffino e Vitale. In questo gioiello storico del VI secolo da poco restaurato, nella Valle del fiume Tenna, acquisisce solennità la serata dedicata al concerto lirico in onore di Giuseppe Verdi, nella ricorrenza del centenario della sua morte. Il programma è eccellente e rappresentativo della produzione del grande musicista, offrendo alcuni tra i motivi più piacevoli delle varie opere liriche. A cantarli il soprano Stefania Camaioni, il tenore Patrizio Saudelli, il basso Graziano Monachesi, accompagnati al pianoforte da Cesarina Compagnoni. Si parte con il Preludio e Dei miei bollenti spiriti dalla Traviata, per passare ad altre arie tratte da Ernani, Rigoletto (non poteva certo mancare La donna è mobile !), Vespri Siciliani, Forza del Destino, Don Carlo, Falstaff, per chiudere ancora con La Traviata nel celeberrimo Libiamo, libiamo , duettato da soprano e tenore. Buona nel complesso la prova degli artisti, tutti provenienti da esperienze professionali di rilievo. Verdi è un compositore che semplifica le arie ma rende forti gli stati d'animo legati ad esse. Nelle sue opere l'intensità drammaturgica è sempre preponderante, e ciò significa esaltare l'espressione recitativa di ogni personaggio. E'più difficile rendere tutto ciò al di fuori dell'esecuzione di un'opera nella sua completezza. Ma Verdi, si sa, coinvolge sempre molto interiormente. Mi rapisce emotivamente in modo così intenso- dice la Camaioni che a volte, quando canto, mi viene da piangere . Anche il tenore Saudelli rivela di provare, nell'esecuzione, sentimenti ancor più forti che nell'ascolto. Secondo il basso Monachesi, il grande musicista di Busseto, nelle sue creazioni, sfodera anche una raffinata competenza per la vocalità , riuscendo a tener conto egregiamente delle esigenze del cantante. Eccellenti le esecuzioni della pianista Cesarina Compagnoni, che riesce a dare il giusto colore musicale alle interpretazioni con il solo pianoforte. Operazione non facile visto che l'impatto artistico della musica verdiana perde molto al di fuori dell'esecuzione orchestrale. Esplosioni di applausi ripetuti da un pubblico foltissimo, accalcato anche in piedi in ogni angolo della chiesa, in ascolto con raccoglimento quasi religioso. Al completo la presenza del gruppo Amanti della Lirica dell'Associazione La Fenice.
(Francesco Massi)


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