Georges Simenon in mostra a Bologna
di Alma Torretta
8 Apr 2025 - Arti Visive, Letteratura, News cinema
A Bologna dal prossimo 10 aprile una mostra sul romanziere Georges Simenon, il papà del commissario Maigret. L’esposizione presentata in anteprima a Parigi con l’intervento delle Cesarine.
“Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere” è il titolo della mostra che la Cineteca di Bologna allestirà dal 10 aprile prossimo all’8 febbraio 2026, negli spazi della Galleria Modernissimo in Piazza Maggiore, che è stata presentata nei giorni scorsi in anteprima a Parigi all’Istituto italiano di Cultura diretto da Antonio Calbi.
Dopo un lavoro decennale svolto sull’archivio custodito dal figlio dello scrittore, John Simenon, co-curatore dell’esposizione insieme a Gian Luca Farinelli, il materiale esposto ricostruisce la formazione e gli interessi di un genio che amava essere sempre in movimento, non solo geograficamente ma anche intellettualmente. Lo testimoniano le sue carte e le tantissime fotografie scattate durante i suoi viaggi e reportage in Francia, in Europa, in Africa, negli Stati Uniti dove pure vivrà con la seconda moglie, la madre di John.

Nato in Belgio, a Liegi, nel 1903, Simenon diventerà famoso negli anni Trenta soprattutto per il personaggio del commissario di polizia francese Jules Maigret. Ma in realtà è stato tra i più prolifici scrittori del Novecento, a lui si devono centinaia di romanzi e racconti, molti dei quali pubblicati sotto diversi pseudonimi. Agli inizi, giovane giornalista a Liegi, si firmava più brevemente Georges Sim, poi si trasferisce a Parigi ed il suo vero cognome lo comincerà ad usare solo per i romanzi polizieschi che lo renderanno celeberrimo. Se Georges Simenon è uno dei romanzieri francesi più venduti, tradotti e adattati in film e serie, l’Italia è proprio il Paese dove è più letto fuori dalla Francia. Un successo popolare in Italia che fu dovuto anche alla straordinaria interpretazione dell’attore Gino Cervi della serie delle inchieste del commissario Maigret trasmesse sulla rete nazionale a partire dal 1964.
La mostra, promossa dalla Fondazione Cineteca di Bologna, è evidentemente anche ricca di spezzoni di quei celebri sceneggiati, nonché di analoghi lavori cinematografici e televisivi realizzati in altri paesi.


Ma tutto comincia a Liegi, e Simenon è innanzitutto con le sue foto un testimone del declino dell’industrializzazione della Vallonia, è la prima sezione/viaggio di un percorso di vita immaginato nell’esposizione come una serie di viaggi.
Segue quello a Parigi, dove Simenon si confronta con gli altri intellettuali del tempo, ma poi acquista una barca e comincia a girare con questa la Francia, e poi ancora il Mediterraneo. “Mio padre era un grande viaggiatore – ha raccontato John Simenon – non sopportava di stare rinchiuso in senso ampio, in un luogo quanto in una ideologia”. Viaggi reali e viaggi virtuali, fino alla fine, quando poteva viaggiare “solo con l’anima”.
Nel corso della sua vita Simenon ha cambiato trentatré residenze, l’ultima in Svizzera dove si spegnerà nel 1989.
Molto interessante in Italia anche il passaggio tra l’editore Mondadori, il suo primo editore non francese che pubblicherà i gialli, e l’Adelphi di Roberto Calasso che farà scoprire invece l’altro Simenon, quello non poliziesco, con il grande successo di “Lettera a mia madre” in cui un Simenon settantenne confessa i suoi sentimenti dopo avere assistito la madre novantenne morente.
Presente a Parigi Teresa Cremisi, presidente dopo Calasso della Adelphi che ha ricordato la mole eccezionale di lavori che ci ha lasciato questo grande europeo che “scriveva con la meticolosità di un artigiano”.


Nella mostra si ricorda anche, solo per fare un altro esempio, il suo rapporto con Federico Fellini, il cui film “La Dolce Vita”, Simenon, da capo della giuria, fece vincere a Cannes, come è stato raccontato durante la presentazione parigina in cui pure si è sottolineato come il modo di lavorare di Simenon era proprio quello di un regista, che prima crea nella sua mente i personaggi, e questo spiega anche forse un po’ il grande successo dei suoi adattamenti, perché i suoi scritti sono già molto cinematografici.
Una mostra della Cineteca di Bologna che ha il sostegno istituzionale del Comune di Bologna, della Regione Emilia-Romagna, del Ministero della Cultura e realizzata in collaborazione con Adelphi Editore. A Parigi, la presentazione della mostra sul romanziere è stata anche l’occasione per la sede di Parigi dell’ENIT, l’Ente Nazionale Italiano per il Turismo, di promuovere Bologna, città d’arte e cultura, meta imperdibile per gli amanti della storia e della gastronomia italiana, con i suoi famosi portici, patrimonio dell’UNESCO e il dinamismo culturale della città che può vantare la più antica università al mondo ancora attiva. Per celebrare la sua famosa cucina, a Parigi si sono esibite nella realizzazione della pasta fresca alcune Cesarine, cuoche casalinghe che proprio partendo da Bologna si sono organizzate in rete in tutto il territorio nazionale e accolgono a tavola nelle loro case. Ad un grande viaggiatore e buongustaio come Simenon quest’iniziativa sarebbe probabilmente molto piaciuta.