Fotografica Bergamo Festival 2025 “Coraggiosi si diventa”
di Alberto Pellegrino
11 Ott 2025 - Arti Visive, Festival
La Vª edizione del “Fotografica Bergamo Festival” ospita 11 mostre e due esposizioni collaterali sul tema “Coraggiosi si diventa”, dall’11 ottobre al 9 novembre. La Direzione Artistica è di Daniela Sonzogni.
(Tutte le foto che corredano l’articolo sono state messe a disposizione dal Festival)
Nella Città Alta di Bergamo l’11 ottobre 2025 si inaugura la quinta edizione di Fotografica Bergamo Festival (che rimarrà aperta fino al 9 novembre) con 11 mostre internazionali più due esposizioni collaterali ospitate in due luoghi tra i più suggestivi della città: il Monastero del Carmine e l’ex Ateneo di Scienze Lettere ed Arti, uno spazio storico e culturalmente attivo situato sopra il Fontanone visconteo dietro Piazza del Duomo.
La Biennale, che nella edizione 2023 ha registrato la presenta di oltre 10 mila visitatori, è promossa e organizzata dall’Associazione Fotografica APS in collaborazione con il Comune di Bergamo, il contributo di Regione Lombardia, il sostegno dei Main Sponsor Fujifilm, Telmotor e Milan Bergamo Airport.
Il tema del Festival
La Direttrice artistica Daniela Sonzogni quest’anno ha scelto come tema Coraggiosi si diventa per mettere in evidenza che il coraggio non è una prerogativa degli eroi, ma di quelle persone che resistono alle avversità, attraversano le frontiere, lottano contro pregiudizi e violenze, si prendono cura degli altri. Le 11 mostre in esposizione raccontano pertanto le storie di chi affronta le grandi sfide del presente, dalle migrazioni alla crisi climatica, dai diritti umani alla libertà d’espressione, vicende umane viste e testimoniate dallo sguardo di autori che hanno fatto della fotografia uno strumento d’impegno civile e poetico.
Il coraggio è una virtù essenziale, una qualità imprescindibile per affrontare sia le sfide globali del nostro tempo, sia i problemi del vivere quotidiano. Si tratta di un concetto che arriva dall’antichità e che è legato alla forza dell’anima, che è presente nelle riflessioni di grandi filosofi e intellettuali di tutte le epoche.
Questo tema prescelto vuole essere un viaggio per immagini attraverso i continenti e gli oceani; una serie di racconti fotografici che hanno come protagonisti le donne che rivendicano i loro diritti, gli oppressi e i poveri della terra, gli agricoltori in lotta contro la siccità che divora le loro terre, i marinai che solcano gli oceani per fare il loro lavoro, gli immigrati che affrontano il mare in cerca di una nuova vita.
Gli autori delle mostre
Tutte le immagini divengono così delle testimonianze vive di una lotta e di una speranza, cronache di una realtà dove il coraggio non è un atto eroico, ma esprime l’impegno quotidiano di chi si batte per affermare le proprie idee, per lanciare una sfida ai regimi oppressivi e alle avversità.
È il caso delle parrucchiere afghane che, dopo l’arrivo dei Talebani, hanno dovuto lasciare il Paese o hanno dovuto abbandonare il loro mestiere (oppure lo svolgono clandestinamente per mantenere la famiglia), presenti nel reportage The Cut della fotografa bergamasca Silvia Alessi.


Sono ancora le donne ad essere protagoniste di When Women lead the shedding of decayed society della fotografa iraniana Forough Alaei, la quale narra con il suo obiettivo la trasformazione sociale dell’Iran grazie al coraggio di gruppi di donne, pronte a sfidare regole e tabù per cambiare il volto della società iraniana, tutte appartenenti al movimento “Donna, Vita, Libertà”.



Veramente impressionante è il coraggio dei migranti, che affrontano disagi inauditi e pericoli spesso destinati ad avere un tragico epilogo. L’immigrazione è ormai un fenomeno globale che non può essere ignorato, perché riguarda il destino di milioni di persone e finisce per coinvolgere tutti noi come ricorda Fabrizio Spucches in NoWay!



Lo stesso tema è affrontato da Nicolò Filippo Rosso in Exodus, un fotoreportage nel quale si raccontano le rotte dei migranti che in America Latina vanno in cerca di una speranza per una vita migliore.




I traumi dei migranti sono ancora rappresentati in Restano i fiori, un racconto fotografico di Valentina Tamborra realizzato per conto di “Medici Senza Frontiere”, un lavoro che fa parte di un progetto collaborativo e multimediale ispirato alla terapia NET (Narrative Exposure Therapy), utilizzata per il recupero di donne e uomini sopravvissuti a torture e violenze.



In Bolivia mostrano un eccezionale coraggio nello sfidare stereotipi e pregiudizi quelle donne indigene Aymara, le Cholitas Escaladoras di Antony Todd, le quali sfidano convenzioni sociali consolidate nel tempo e presenti in tutte le classi sociali. La parola Cholita, che è usata di solito come un termine dispregiativo, viene al contrario riproposta e rivendicata come motivo di orgoglio da chi vuole riaffermare e difendere la propria dignità e libertà.



Sono sottoposti a una pesante e costante repressione determinate persone ritenute colpevoli di voler vivere liberamente la propria sessualità. Si tratta di coloro che appartengono al movimento Arcobaleno e che vivono in Uganda, dove vige il reato di omosessualità. Brent Stirton, in Fleeing Uganda, mostra appunto le condizioni di vita di quanti decidono di vivere liberi e coerenti la propria natura senza dover subire discriminazioni e violenze di ogni genere.



Peter Caton, in Unyelding Floods, ha fotografato la lotta impari degli abitanti dei villaggi che si trovano nel Sudan del Sud, esseri umani che cercano in tutti i modi di proteggere le loro case e i loro mezzi di sostentamento dalle catastrofiche inondazioni che si verificano periodicamente, che hanno ricoperto i terreni con acque che negli ultimi cinque anni non si sono mai ritirate.



A questo disastro, fa da contraltare la grave siccità che colpisce la Sicilia, dove si assiste allo sforzo quotidiano degli agricoltori nel fronteggiare questa grave situazione determinata dal cambiamento climatico come dimostra Roselena Maristella nel racconto fotografico intitolato Cronache d’acqua.



Un messaggio d’amore è infine trasmesso da Love you always, un racconto a cura della giornalista Laura Leonelli, che ha raccolto un centinaio di fotografie anonime, datate tra 1860 e 1960, provenienti dall’Europa (Est compreso) e dall’America con lo scopo di rendere omaggio alla fatica dei marinai e al loro “coraggio oceanico”.






Tra i progetti in mostra c’è infine For Humanity, un lavoro di Francesco Roncoli dedicato all’equipaggio di SOS Humanity, una organizzazione non governativa che si occupa di ricerca e soccorso in mare dei migranti.
Fotografica Next 2025
A partire dalla edizione 2025, Fotografica ha introdotto una importante novità: si tratta di Fotografica Next, una open call internazionale riservata ai giovani tra i 18 e i 30 anni, con lo scopo di supportare le nuove generazioni con un’ampia gamma di iniziative culturali, sociali e formative. Si persegue inoltre l’obiettivo specifico di ricercare e premiare progetti fotografici originali (Photography Premim), compresi quelli che usano le nuove tecnologie, assegnando un premio speciale (AI Photography) dedicato alle immagini interamente o parzialmente create con l’intelligenza artificiale generativa, quella che viene chiamata promptography.



I progetti vincitori sono di Anya Tsaruk e Yingying Gao, selezionati tra825 progetti provenienti da 85 Paesi; i due lavori hanno trovato uno spazio espositivo tra le mostre ufficiali del Festival, contribuendo a una narrazione collettiva nella quale la fotografia continua a essere strumento d’indagine e di denuncia, un invito a sognare e un appello alla libertà, confermando la vocazione di Fotografica che vuole essere un luogo d’incontro e di riflessione, dove ogni scatto diventa uno strumento per riconoscere la bellezza e il coraggio di coloro che scelgono di guardare avanti, nonostante i pericoli e le sofferenze che devono affrontare. Si tratta di un potente segnale, affinché la fotografia resti un linguaggio universale per chi vuole raccontare il proprio tempo.
“Con Fotografica Next abbiamo voluto spalancare una finestra sul futuro, – ha dichiarato Paola Foresti della Fondazione Alfaparf – accogliendo tanto la fotografia tradizionale quanto le nuove sperimentazioni con l’intelligenza artificiale. Credere nei giovani significa dare fiducia al mondo che verrà”.
Le due mostre collaterali. Un omaggio a Mario Giacomelli
L’edizione 2025 è completata da due importanti esposizioni collaterali. Stratos è stata la maggiore città dell’Acarnania, sulla riva destra del fiume Acheloo; durante la guerra del Peloponneso si è alleata con gli Ateniesi, ma nel 429 a.C. è stata attaccata e devastata dalle truppe peloponnesiache. Ad essa fa riferimento la mostra fotografica STRATOS. Le città nella città, a cura di Openarch Bergamo in collaborazione con il Fotografica Begamo Festival. Parlare delle città significa raccontare le loro stratificazioni: spazi, memorie, culture che si sovrappongono e si reinventano. In questo caso Bangkok, Haifa, Milano ed Eindhoven diventano luoghi di riflessione visiva, dove il cambiamento s’intreccia con la resistenza e la storia con l’innovazione. Si tratta di quattro città viste con lo sguardo di quattro fotografi: Mario Albergati, Andrea Aschedamini, Bianca Matalon e Eric Van de Ven.
La seconda mostra è un omaggio al grande fotografo Mario Giacomelli nel primo centenario della sua nascita con una mostra ospitata dalla Cartacea Galleria con Il canto dei nuovi emigranti (1989), un racconto fotografico di grande impatto visivo che il Maestro marchigiano dedica al mondo dei contadini calabresi, prendendo spunto come in altre occasioni dall’omonimo poemetto di Franco Costabile pubblicato in Sette piaghe d’Italia (Nuova Accademia, 1964).
Di questo poeta è stato celebrato nel 2024 il centenario della nascita, mentre nel 1965 è avvenuta a Roma la morte per suicidio con il quale Franco ha posto fine a una vita punteggiata di disgrazie e abbandoni. Costabile deve essere considerato uno dei massimi esponenti della poesia italiana del secondo dopoguerra per la sua poetica nella quale si fondono in maniera originale le suggestioni e l’essenzialità dell’ermetismo con la sensibilità per le vicende umane e sociali propria del neorealismo. I temi trattati da Costabile sono una grande espressione di poesia civile, una denuncia che riguarda il destino della Calabria nel secondo dopoguerra, con il dramma delle emigrazioni che colpisce chi parte e per chi resta, con i temi della povertà, della criminalità organizzata e dell’assenza dello Stato.
Giacomelli, che era già stato in Calabria nel 1984, in questo secondo viaggio esplorativo sembra ritornare alle origini di Scanno, il primo foto-racconto che gli ha dato fama internazionale. Egli si occupa del paesaggio ma va alla ricerca della gente da collocare dentro le case, nel paesaggio urbano e agreste; va alla ricerca dell’umanità, della sofferenza, della rassegnazione di fronte a una miseria subita per secoli. Con queste immagini, tra le più nobili e poetiche della sua produzione, Giacomelli “urla” tutto il dolore di una terra e del suo poeta, non parla di una terra “bella”, ma della terra tragica di Costabile, penetra all’interno di un mondo dove è difficile trovare un segno di speranza.
Un invito ad avere coraggio
Le mostre di Fotografica c’invitano ad avere coraggio, una parola forse troppo utilizzata nel nostro linguaggio quotidiano senza riflettere sul suo significato più profondo. Queste immagini vogliono ricordare che il coraggio si manifesta sia nei piccoli gesti quotidiani, sia nelle risposte universali di fronte alle grandi sfide di un mondo sempre più complesso e dirompente. Nelle strade tumultuose delle metropoli come nei paesi più remoti della terra, ogni giorno uomini e donne affrontano difficili sfide per vedere riconosciute le libertà fondamentali per ogni essere umano; trovano il coraggio di lottare per i propri diritti, di salvaguardare la propria dignità, di cercare una nuova vita, di fuggire dalle guerre e dalla fame, di sfidare chi impedisce loro di accedere all’istruzione e al lavoro. Queste persone hanno la forza d’inseguire un sogno, di affrontare l’ignoto; hanno il coraggio di non cedere mai, di decidere e di agire, di guardare avanti, scegliendo la bellezza e l’umanità piuttosto che la violenza.
INFO
Sedi Espositive
Monastero del Carmine – Via Bartolomeo Colleoni, 21 – Bergamo Alta (BG)
Ex Ateneo – Piazza Duomo – Bergamo Alta (BG)
Biglietteria unica presso Monastero del Carmine
orari & info
- 11 ottobre – 9 novembre – aperti 1° novembre
- da venerdì a domenica – dalle ore 10.00 alle ore 19.30
https://fotograficafestival.it/info-tickets/


