Fiorenza Cossotto e il mezzosoprano ritrovato


di Andrea Zepponi

5 Mag 2025 - Approfondimenti classica

Andrea Zepponi ha incontrato Fiorenza Cossotto, cantante lirica che ha calcato i più grandi teatri italiani e del mondo, in occasione del premio alla carriera che le sarà conferito dall’Accademia Internazionale di Musica Maria Malibran di Altidona (FM) il 29 giugno prossimo.

Dal momento in cui s’è deciso di attribuire un premio alla carriera intitolato a Maria Malibran sostenuto dall’Accademia Internazionale di Musica Maria Malibran di Altidona (FM), gli incontri con gli artisti da premiare riservano sorprese e approcci artistici oltre che umani di grande spessore e incisività. Abbiamo avuto quello con Bruno de Simone nella sua casa di Pesaro; ora quello con Fiorenza Cossotto nel suo esteso appartamento di Crescentino in Piemonte.

La signora, sempre in gamba con i suoi quasi 90 anni, sempre con la sua voce tonante, non la ricordavo diversa dal momento in cui ci incontrammo a Jesi nel lontano 1998 per un concerto commemorativo con orchestra in onore dell’impresario Perrucci defunto; io cantavo come controtenore quindi eravamo “voci rivali” nel timbro ma non nel repertorio perché la signora scelse d’interpretare in quella occasione “Acerba voluttà” dall’Adriana Lecouvreur di Cileamentre io mi profusi nel “Cara patria…Di tanti palpiti” dal Tancredi di Rossini, che, non lo si dimentichi, era appannaggio anche della Cossotto con la sua prima interpretazione discografica novecentesca dell’opera rossiniana. Belcanto contro belcanto insomma.

Nessun attrito, tantomeno oggi quando Fiorenza, così il Maestro mi concede di chiamarla, mi fa riandare sulle ali del passato, alle sue Azucene, alle sue Eboli, le sue Carmen, le sue Santuzze, le sue Amneris, le sue Favorite e un curriculum universalmente noto per la sua internazionalità e onnipresenza nei più grandi teatri italiani e del mondo. Chi ripristinò la cadenza fino al do acutissimo di Azucena nel Trovatore durante il duetto del secondo atto con il tenore? Fu proprio lei a determinare una volta per tutte che il mezzosoprano è una vocalità estesissima capace di notevoli timbri scuri e di note acutissime per adempiere a un repertorio belcantistico, a partire da quello rossiniano, ma anche quello barocco che viene spesso anche oggi riservato a voci corte, vezzose nel timbro ma corte in estensione, incapaci di onorare le cadenze, ancorché scritte. Di coscia lunga sulla scena e con la voce corta nella musica. Spesso incapaci di agilità e colorature ancorché chiamate a eseguirle dai compositori. Si rimediava con il taglia qua e là e una sciatteria che il pubblico non riconosceva neppure.

Invece la completezza e la onestà con cui la Cossotto ha sempre onorato le parti da lei interpretate era unica e indicava una precisione che non era solo frutto della sua fedeltà a un direttore d’orchestra o a un maestro sostituto. La Cossotto è stata sempre ben consapevole di quello che eseguiva fin da quella sua Seymour nell’Anna Bolena di Donizetti al Festifal di Wexford (1958), nella Pietra del Paragone di Rossini nel 1959, la memorabile occasione degli Ugonotti nel 1962 alla Scala o, per non certo finire, al suo Romeo nei Capuleti nello stesso 1959. E finalmente la parte della rossiniana Rosina come mezzosoprano.

Ci riempie di allegria la sua volontà di venire a ritirare il premio il 29 giugno prossimo presso l’Accademia Internazionale di Musica Maria Malibran di Altidona che, percorso permettendo, non sarà certo una passeggiata per la nonagenaria. Il sindaco di Crescentino, Dr. Vittorio Ferrero, si è offerto di accompagnare il Maestro Cossotto, qualora le sue condizioni fisiche glielo permettessero. Noi siamo onorati di averla incontrata ancora in tutto il suo splendore e il suo tono abituale. Qualora si verifichi che il Maestro decidesse di non poter venire ad Altidona si predisporrà una diretta telefonica audiovisiva o verranno trasmessi alcuni stralci della intervista filmata svoltasi nei giorni precedenti a Crescentino, mentre il premio verrà comunque assegnato.

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