Dream Theater a Roma: un evento


27 Giu 2004 - News live

Dopo l'incontenibile entusiasmo e la calorosa accoglienza riservata loro dal pubblico italiano a febbraio, i Dream Theater decidono di tornare in Italia nella magia e nella dolce atmosfera delle notti estive del bel paese. Di supporto al loro ultimo album, Train of Thought, la band di New York è passata in Italia già nei mesi scorsi con tre date nei più grossi palazzetti italiani. L'esclusività del ritorno dei Dream Theater a luglio, sta proprio nel fatto che l'Italia sarà l'unico paese dove suoneranno dal vivo durante tutta l'estate 2004.
Oltre tre ore di spettacolo live all'aperto, in luoghi fantastici e pieni di atmosfera, come il Foro Italico a Roma, la stupenda Piazza Michelangeloa Firenze con la città ai propri piedi, il Lazzaretto nel centro di Bergamo (Lunedì 5 Luglio – Firenze, Piazzale Michelangelo e Martedi 6 Luglio – Bergamo, Lazzaretto). Tre location speciali per ascoltare una musica che ha riunito, soprattutto con il loro ultimo album, i fans del prog e del metal più duro per un mix di tecnica, melodia e talento al momento insuperabili. L'appuntamento è assolutamente da non perdere, sapendo inoltre, che la scaletta dei brani viene cambiata ogni sera per accontentare anche il fan più esigente.

DREAM THEATER
James LaBrie voce
John Myung basso
John Petrucci chitarre
Mike Portnoy batteria
Jordan Rudess – tastiere

Nel corso degli anni, gli esperti di musica hanno fatto del loro meglio per descrivere il caparbio stile musicale dei Dream Theater, ma l'abilità della band di oltrepassare i limiti estremi del rock resta impossibile da catalogare. Alcuni l'hanno persino definito rock da fantascienza, il che è interessante se si considera che è già trascorso un decennio dall'esordio sulle scene dei Dream Theater, eppure sono ancora anni luce avanti la concorrenza. Cavolo, si potrebbe sostenere che i Dream Theater sono l'equivalente musicale del monolito nero di 2001 di Kubrick un segno dominante di vita intelligente in un universo rock popolato da scimmie confuse. A loro credito, la loro carriera ha fatto balzi quantici, suonando in tutto il pianeta in arene e teatri costantemente esauriti senza l'aiuto d'effetti speciali (leggi: niente passaggi su MTV o radio), sono sopravvissuti ad innumerevoli invasioni (grunge, rap-metal, punk-pop, ecc.), e hanno prosperato modificando continuamente la loro musica senza mai alienare i loro fan di sempre. Lungo il cammino, il batterista Mike Portnoy ha accumulato 19 award dei lettori di Modern Drummer mentre il chitarrista John Petrucci, nel 2001 è comparso insieme con icone quali Joe Satriani e Steve Vai nel prestigioso tour G3.
A proposito di fare progressi. Con Train Of Thought, un elettrizzante ottovolante in un panorama musicale denso, buio e gloriosamente decadente, i Dream Theater fanno un ulteriore passo avanti. Ciò che differenzia questo disco dai precedenti dei Dream Theater non è il gusto con cui la band modella il metallo, ma la potenza con cui lo fanno. In poco più di un'ora, Train of Thought è instancabile nella sua intensità spacca-altoparlanti, offrendo soltanto una pausa di due minuti (un pezzo ammaliante di solo piano, basso e violoncello intitolato Vacant ) prima di ripartire a tutta velocità . Come spiega Portnoy, il quintetto (completato da Petrucci, dal cantante James LaBrie, dal bassista John Myung e dal tastierista Jordan Rudess) incominciò a costruire le tracce di Train mentre in tour in supporto di Six Degrees Of Inner Turbulence, il doppio album dell'anno scorso. In certi momenti del tour, suonammo per intero Master Of Puppets dei Metallica e Number Of The Beast degli Iron Maiden, dice il batterista. Lo avevamo già fatto alcune volte per rendere unici i nostri concerti e i fan ne sono andati pazzi. Ma questa volta le cover hanno avuto un enorme impatto sul nostro modo di registrare. Suonare quei dischi dall'inizio alla fine ci aprì gli occhi e le orecchie e ci fece capire come dovrebbe suonare un album considerato un classico: entrambi sono estremamente heavy, durano meno di 60 minuti e contengono solo sette o otto canzoni. Poi guardammo la nostra scaletta e capimmo che le nostre canzoni più aggressive Pull Me Under,' The Mirror,' Home' sono sempre state le più divertenti da suonare e le preferite dai nostri fan. Così, tenendo presente tutto questo, rendemmo la produzione più leggera e ci concentrammo sul rendere il sound il più potente possibile. Come risultato, ci ritrovammo non solo con il nostro album più breve da Images And Words (1992), ma anche con quello più pesante.

Train of Thought è il terzo album dei Dream Theater co-prodotto da Portnoy e Petrucci e mixato da Kevin Shirley (Aerosmith, Led Zeppelin). John ed io abbiamo un'ottima intesa, dice Portnoy. Abbiamo lavorato a stretto contatto di gomito sulla creatività dei Dream Theater fin dal primo giorno, ed è solo naturale che alla fine siamo finiti ad assumerci e a dividerci il ruolo di produttore. Ma allora che la spunta quando i produttori arrivano ad uno stallo?
Di solito vinco sempre io perchè sono piuttosto instancabile, afferma Portnoy ridendo. Non avessi fatto il batterista, sarei diventato un buon avvocato. Ma io e John raramente siamo in disaccordo, il che è piuttosto sorprendente. Abbiamo decisamente la stessa visione quando si tratta del nostro gruppo. Con un sound enorme e uno spirito scuro con testi, melodie e copertina in sintonia Train of Thought getta intorno a sè cambiamenti di direzione sonici ad una velocità impressionante, abbattendo tutte le barriere stilistiche sul suo cammino. L'album esplode con As I Am, l'ardito primo singolo, un dito medio musicale da Petrucci ai denigratori della band: A quelli che capiscono, estendo la mano; ai dubbiosi, chiedo di prendermi per quello che sono. La canzone fu ispirata da una conversazione in cui un rappresentante dell'industria discografica disse al chitarrista che la band avrebbe dovuto modellare il suo sound sulla moda del momento. E' una canzone sul tenere fede a quello in cui si crede e sul non scendere a compromessi, cosa che ormai facciamo da 18 anni, dice Portnoy. In termini musicali, è una canzone potente e diretta, eppure tipicamente Dream Theater. L'ovvio brano di apertura dell'album . Train Of Thought parte da lì, alimentato da canzoni sulla solitudine ( Endless Sacrifice ), battaglie con le dipendenze ( This Dying Soul ), conflitti familiari ( Honor Thy Father ) e uno strumentale ispirato alla musica classica da far restare a bocca aperta ( Stream Of Consciousness ). Spiegando il tono triste dell'album, Portnoy dice, L'aggressività della musica ci ha ispirato testi cupi. Temi quali l'amore, ride, non avrebbero proprio avuto senso. L'album si chiude con In The Name Of God, una canzone che pone interrogativi a coloro che utilizzano la religione per sollevare polemiche e reazioni. E' un testo cupo per una canzone cupa in un album cupo scritto in tempi cupi, riflette Portnoy. Direi che è il pezzo epico dell'album, della durata di più di 14 minuti e contenente di tutto, dall'heavy progressive alla musica latina alle influenze di musica classica. à tutto quello che sono i Dream Theater in una sola traccia. Le atmosfere volubili dell'album sono amplificate dall'arte di Jerry Uelsmann, famoso surrealista che utilizza il chiaro/scuro per evocare immagini che emozionano, agghiacciano e riflettono perfettamente il tema di ogni canzone. Fui introdotto alle sue opere da un fan, racconta Portnoy. Il suo lavoro è fondamentalmente in bianco e nero e si adatta perfettamente al disco. Il montaggio delle sue foto è davvero incredibile. Train of Thought segue Six Degrees of Inner Turbulence, l'incendiario doppio album del 2002, che Rolling Stone lodò come un capolavoro gustosamente concept . La band girò il pianeta in supporto dell'album, compreso uno scoppiettante tour estivo americano con i Queensryche e i Fates Warning. La band ha suonato in palazzetti e arene completamente esauriti da Seattle a Stoccolma a Seoul, regalando show di più di tre ore di durata contraddistinti da una scaletta diversa ogni sera. Questo è quello che sono i Dream Theater, commenta Portnoy con entusiasmo. Ci prepariamo per un tour con dieci ore di materiale per dare ai fan uno spettacolo diverso ogni sera. Non so quanti altri gruppi fanno qualcosa del genere. Alla fine, è quel desiderio di portare l'ascoltare in luoghi cui altri gruppi non hanno mai neppure sognato di avvicinarsi che costituisce la vera forza dei Dream Theater. 18 anni fa, quando abbiamo fondato questo gruppo, eravamo ragazzi di 18 anni appena usciti dal college. Siamo ancora qui oggi, dice Portnoy. Nel corso degli anni, abbiamo mantenuto un certo stile che è importante sia per noi sia per i nostri fan ma, allo stesso tempo, siamo cresciuti e cambiati. Ancora più importante, abbiamo avuto la possibilità di costruire la nostra carriera come volevamo, che è molto più di quanto ogni musicista o gruppo possa mai sperare. Speriamo di essere qui tra altri 18 anni.

special guests: Domine+Empty Tremor

Info:
Sabato 3 Luglio – Roma, Centrale del Tennis Foro Italico
Inizio concerto h. 20.45
06/37518551 oppure 06/66183542
Prezzo del biglietto:
posto unico 32,00 + 4,80 diritti prevendita
tribuna 40,00 + 6,00 diritti prevendita


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