“Coppia aperta quasi spalancata” travolge Macerata
di Elena Bartolucci
16 Ott 2025 - Commenti teatro
Una commedia divertente con Chiara Francini e Alessandro Federico che, grazie alla sua satira di notevole livello, tocca importanti aspetti della vita di coppia.
(Foto di Manuela Giusto messe a disposizione dall’ufficio stampa)
Macerata – martedì 14 ottobre è ripartita la stagione teatrale del Teatro Lauro Rossi di Macerata con lo spettacolo Coppia aperta quasi spalancata con Chiara Francini e Alessandro Federico, diretti da Alessandro Tedeschi.
Negli ultimi anni, questa opera continua a riscuotere un notevole successo di pubblico soprattutto sia per l’energia di una coppia spumeggiante di attori in scena sia per il fatto che il testo fu scritto negli anni ’80 da due mostri sacri quali Franca Rame e Dario Fo.
Antonia, esasperata, isterica e dal turpiloquio graffiante, incarna lo stereotipo perfetto di moglie delusa dalla vita e sposata da tempo con un uomo che non la ama più.
Una donna afflitta, che quasi ogni giorno ha tendenze suicide in quanto la sua identità viene del tutto annientata ed è costantemente tradita dal marito farfallone, il quale non cerca nemmeno più di nasconderle tutte le sue scappatelle.
Vorrebbe più pathos e passione nella sua vita, ma il marito (assatanato solo per tutte le altre donne in giro) non la guarda più come un tempo. Anzi arriverà ad accettare persino la sua stramba proposta di vivere una forma di coppia aperta. Il culmine di tutto arriverà quando lui le chiederà di accompagnare una delle sue amanti più giovani dal ginecologo.
Spronata allora dal figlio a ritrovare se stessa, decide di riprendere in mano la sua vita e scovare di nuovo tutta la sua femminilità: dopo aver cambiato casa, trovato un lavoro (grazie al quale non si sente più l’unica disgraziata al mondo) e comprato un nuovo guardaroba, cercherà persino di tornare in forma mettendosi a dieta stretta e facendo ogni forma di ginnastica possibile per riavere un corpo scolpito e ancora piacente.
Quando è però finalmente pronta per iniziare una nuova vita con accanto un compagno più giovane e intelligente, di successo e dai mille talenti e qualità, il marito comincia a essere geloso, a (ri)provare attrazione sessuale nei suoi confronti e a impedirle di vivere una vita lontano da lui.
Una delle frasi clou di questa pièce teatrale è pronunciata proprio da Antonia: “tu puoi cedermi, ma io non posso donarmi”. Dopo essersi finalmente scrollata di dosso quella brutta sensazione di sentirsi marchiata come una proprietà privata, acquisisce la forza e la determinazione per far capire al marito cosa significa soffrire stando dall’altra parte e quindi non essere più una preda indifesa.
Di Coppia aperta quasi spalancata va lodata sia la longevità che la maturità di scrittura che ancora resiste imperturbabile: una favola tragicomica che si dipana tra dialoghi e monologhi dal ritmo brillante per raccontare diversi elementi della vita di coppia, descritta in modo avvincente con toni esilaranti, battute al vetriolo e al contempo elementi più o meno drammatici per raccontare le differenze tra psicologia maschile e femminile.
Va inoltre sottolineato che l’acume di Coppia aperta, quasi spalancata è proprio quello di usare l’umorismo (e la satira) per denunciare tutte quelle dinamiche relazionali tossiche, il sessismo, la ferocia del modello patriarcale nonché la manipolazione psicologica per far riflettere su un tema tanto attuale quale quello della violenza di genere, di cui il femminicidio rappresenta spesso l’atto finale più estremo.
Chiara Francini si è dimostrata all’altezza di un testo molto strutturato dall’ironia pungente e dal ritmo incalzante che potrebbe regalare tante insidie. Lo spirito carismatico dell’attrice di origini toscane è stato comunque tenuto a bada dal suo partner in crime Alessandro Federico, che si è infatti saputo difendere benissimo offrendo una giusta prova sul palco.
Le luci dello spettacolo sono di Alessandro Barbieri, la scenografia (allestimento essenziale, ma decisamente banale) di Katia Titolo, i costumi di Francesca di Giuliano, le musiche di Setti – Pasino.
La produzione dello spettacolo è di Pierfrancesco Pisani e Isabella Borettini per Infinito Teatro Alessandro Barbieri, in collaborazione con Argot Produzioni e con il contributo di Regione Toscana.





