Con “Il Belcanto ritrovato” tornano i compositori marchigiani dell’800


a cura di Andrea Zepponi

22 Ago 2022 - News classica

Dal 23 agosto al 10 settembre 2022 la prima edizione del “Il Belcanto ritrovato”. Presentato a Pesaro, il Festival propone 11 appuntamenti. La direzione artistica è affidata al direttore d’orchestra e direttore artistico dell’OSR, Daniele Agiman.

Il 18 agosto scorso si è tenuta presso la Sala Consiliare del Comune di Pesaro la conferenza stampa per il debutto effettivo della 1° Edizione del Festival Nazionale Il Belcanto ritrovato con la serata di apertura il 23 agosto alle ore 20.30 al Teatro Rossini con la farsa  “Cecchina suonatrice di ghironda” di Pietro Generali su libretto di Gaetano Rossi, mentre alle ore 11 dello stesso giorno si svolgerà una conferenza di apertura su Generali dello storico Alberto Galeazzo al Museo Nazionale Rossini.

Il festival – riprendo dalle notizie dell’anno scorso – nasce da un’idea esposta nel  2021 da Rudolf Colm, grande appassionato di Belcanto, che si affianca alla sovrintendenza di Saul Salucci, il quale, oltre ad essere curatore degli aspetti organizzativi,è presidente dell’Orchestra Sinfonica G. Rossini, una delle risorsedi riferimento recentemente riconosciuta dal Fondo Unico dello Spettacolo come “Istituzione Concertistico Orchestrale prima istanza triennale”, insieme alle altre grandi risorse canore del neo-festival che sono l’Accademia Rossiniana e l’Accademia Lirica di Osimo. La direzione artistica è affidata al noto direttore d’orchestra e direttore artistico dell’OSR, Daniele Agiman.

La conferenza tenutasi a Pesaro rievoca i principi caratterizzanti il festival che si propongono attraverso il recupero di materiali musicali, di attuare rappresentazioni operistiche, concerti lirico sinfonici e di conferenze di riscoprire l’epoca d’oro del Belcanto, tra 1800 e 1850, quando in Italia tantissimi compositori (molti erano marchigiani) riempivano i teatri di tutta la penisola con le loro opere: ciò, si ribadisce, costituisce un patrimonio di inestimabile valore.

I principali soggetti promotori e attori di questa vasta e ambiziosa operazione, presenti alla conferenza, oltre a Salucci e Colm erano la Dr. ssa Catia Amati, presidentessa della Fondazione Teatro della Fortuna di Fano e già Direttrice della Fondazione Rossini, il direttore artistico del festival, il Daniele Agiman, il regista Davide Garattini Raimondi, altre personalità della Regione Marche e figure connesse all’aspetto amministrativo-organizzativo suffragate dalla presenza istituzionale dell’Assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro, il Dr. Daniele Vimini. A questi si aggiungono imprese private del territorio che con il loro contributo economico hanno reso possibile la realizzazione del Festival: ILVA Glass SpA, Papalini Spa, RL Riabilita, Alice in WonderLAB.

In collegamento era l‘Assessore Regionale alla Cultura, Dr.ssa Giorgia Latini la qualeha espresso il seguente comunicato:“Il Festival Il Belcanto ritrovato fa tappa in diversi teatri del territorio regionale, sottolineando ancora una volta l’importanza del teatro come punto di riferimento delle comunità e tratto distintivo della nostra identitàUn progetto che vanta il sostegno della Regione Marche, perché è in piena sinergia con la nostra visione di rimettere al centro il teatro. Noi lo stiamo facendo con la candidatura a patrimonio Unesco, in sinergia con il Ministero dei Beni Culturali stiamo completando il dossier con la raccolta dati dei 62 teatri che ne fanno parte. Un percorso importante per valorizzare la bellezza della nostra Regione, che vanta il più alto numero di teatri al mondo in rapporto al numero di abitanti e al numero dei Comuni. (Informazioni sul programma specifico su  www.ilbelcantoritrovato.it).

In effetti l’iniziativa coinvolge in rete diverse città e cittadine perché non ci si limiterà a presentare le musiche dei ventitré compositori in programma, quasi tutti marchigiani, esclusivamente alla città di Pesaro, in cui sono previsti la suddetta conferenza di apertura, la farsa in un atto e un concerto al Teatro Rossini, ma verranno eseguite in altri sei suggestivi luoghi delle Marche, che, si dice, ha la maggiore concentrazione di teatri al mondo per numero di abitanti: a Fano (al Teatro della Fortuna e all’Ex Chiesa San Francesco), a Urbino (in Piazza Duca Federico), a Osimo (nel Chiostro di San Francesco), ad Arcevia (al Teatro Misa) e infine a Montemarciano (al Teatro Alfieri). In tutto undici appuntamenti per una manifestazione dalle grandi aspettative che inizia a mio parere in forma un po’ cauta per la prevalenza di concerti (in programma c’è una sola opera completa, farsa di un atto) dove si esibiranno valenti giovani scelti dal M° Ernesto Palacio, direttore dell’Accademia Rossiniana in brani di spicco di autori ritenuti validi a giudizio di Colm, Agiman e Salucci. Chi seguirà tutto il festival avrà un’idea dello stile di scrittura vocale e strumentale dei diversi autori ascoltando brani staccati dalle opere di un Generali, di un Lauro Rossi, di un Vaccaj, di un Balducci, di un Persiani, di un Nini, di un Soliva, di un Raimondi, di un Carafa, di un Manfroce, di un Ricci, di un Portugal di un Paër, di un Pucitta, di un Cambini, di un Briccialdi, di un Gambaro e, tra questi, ci sarà qualche immancabile incursione in autori molto più noti come Donizetti, Spontini e, ovviamente, il più grande di tutti, Rossini.

Il vero problema esecutivo sarà certo non quello di togliere la polvere da partiture sepolte dal tempo, piuttosto di attuare il recupero filologico non solo del repertorio ma anche dello strumentale e soprattutto della complessa vocalità belcantistica.

Per avere un assaggio del portato culturale del festival basti riflettere a ciò che  ha detto la dr.ssa Amati durante la conferenza e cioè che gli autori “ignoti” al giorno d’oggi, al tempo di Rossini erano a lui accomunati dal loro lavoro negli stessi teatri, con gli stessi librettisti e soprattutto da certi stilemi compositivi, come il famoso crescendo, che non era esclusivo del Pesarese, ma già attuato nelle opere di Mosca, di Generali e di altri: Rossini ha il merito di avergli dato un assetto chiaro e funzionale che poi è stato accreditato e riconosciuto come una sua esclusiva cifra stilistica peculiare e identificativa.   

Tra i sostenitori si annoverano anche prestigiose istituzioni: Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, Rossini Opera Festival, Fondazione Rossini, Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, Accademia d’Arte Lirica Osimo, Liceo Artistico F. Mengaroni di Pesaro.

Di seguito i programmi e approfondimenti dei vari appuntamenti:

Per informazioni sul programma:

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