Cecilia Bartoli apre alla grande la Sagra Musicale Malatestiana


di Edoardo Gamurrini

21 Set 2020 - Commenti classica, Musica classica

La 71ª edizione della Sagra Musicale Malatestiana al teatro Amintore Galli di Rimini ha aperto con un magnifico concerto di Cecilia Bartoli.

RIMINI – La sera del 16 settembre 2020 alle ore 21.00 si è tenuta la prima serata della 71ª edizione della Sagra musicale Malatestiana presso il teatro Amintore Galli di Rimini.

Apre la serata un discorso profondo e riflessivo che racconta la storia del teatro, vittima prima di bombardamenti ed oggi, a due anni dalla ricostruzione, di una fase di chiusura causata dalla pandemia mondiale COVID – 19.  A proposito di ciò, un plauso va all’organizzazione e al lavoro delle maschere che con eleganza e semplicità hanno fatto rispettare il distanziamento fisico applicando dei nastri alle poltrone della platea inaccessibili.

Il concerto si apre con l’esecuzione del famosissimo preludio Te Deum di Charpentier da parte dell’ensemble barocco Les Muciens du Prince – Monaco, diretto dal Maestro milanese Gianluca Capuano, che, dopo aver completato gli studi presso il conservatorio della sua città natale ed aver collaborato con diversi artisti quali Michael Chance, Emma Kirkby e tanti altri, accompagna la cantante Cecilia Bartoli dal 2016 circa.

L’ingresso in scena dell’artista, nata a Roma ma con origini Riminesi, provoca l’inevitabile applauso del pubblico, sempre molto caldo e presente per tutto lo spettacolo.

Cecilia ha al suo attivo una carriera stellare, ormai trentennale, che vanta la vendita di oltre 10 milioni di dischi e 5 Grammy Awards, oltre ad innumerevoli esibizioni nei migliori teatri del mondo.

La sua straordinaria tecnica vocale, la grande musicalità e la carismatica presenza sul palcoscenico che rendono la cantante unica nel suo genere, sono subito percepibili dalle prime tre arie Augelletti, che cantante, Lascia la spina e Mi deride.. Desterò dall’empia di Händel, uno dei più grandi compositori di tutti i tempi.

La voce è spesso molto delicata, a tratti soffiata o volutamente tremante ma mai povera di volume. Si appoggia con estrema precisione alla dolcezza dell’accompagnamento orchestrale.

Non manca nemmeno il movimento sul palco, anche se la scenografia è semplice essendo composta solo da un maxi schermo sullo sfondo che passa immagini da prati fioriti a città Italiane famose inerenti all’aria cantata (Venezia e Napoli). Anche i musicisti sono spesso coinvolti in esecuzioni di “dialogo” tra cantante e tromba barocca/rinascimentale od oboe antico.

Sono noti i suoi frequenti cambi d’abito per aderire al personaggio delle arie di Rossini tratte da La Cenerentola (Nacqui all’affanno…), dall’Otello (Assisa a piè d’un salice) e la grande presenza scenica di Cecilia che addirittura suona con precisione un tamburello mentre si esibisce in La Danza, aria veloce e tecnicamente difficile.

Passando attraverso canzoni di fama mondiale quali Mamma di Cesare Andrea Bixio e la commovente Non ti scordar di me di Ernesto De Curtis forse più adatte ad un tenore che a un mezzosoprano ma comunque interpretate alla perfezione dall’artista, arriviamo al finale.

Una sorpresa per il pubblico l’esecuzione di un’aria de Il Barbiere di Siviglia assieme al collega ed ospite Bruno Praticò, noto baritono buffo rossiniano, preceduto da uno scherzoso “botta e risposta” tra cantante e trombettista, dove si esaltano le grandi capacità tecniche di entrambi.

Cecilia rende partecipe anche il pubblico eseguendo la canzone Romagna mia per sottolineare le sue origini.

Il pubblico, che rende il teatro completo non solo internamente ma anche nella piazza Cavour, allestita appositamente per la manifestazione con un maxi schermo, è rimasto sicuramente colpito dalla solita perfetta esecuzione della cantante e dall’ottimo accompagnamento dell’ensemble barocco “Les Muciens du Prince – Monaco”. La serata si è conclusa con svariati minuti di applausi.