Britten al Macerata Opera Festival


Alberto Pellegrino

22 Ago 2013 - Commenti classica

"Il piccolo spazzacamino" (foto A. Tabocchini)MACERATA. Accanto a Verdi, onorato per il bicentenario della nascita, trova quest’anno posto per il medesimo centenario l’inglese Benjiamin Britten (1913-1976), considerato il maggiore compositore del Regno Unito dopo il seicentesco Purcell.  Britten è l’autore di composizioni per orchestra, musica vocale e da camera, inni sacri, canzoni, ma si è anche cimentato con l’opera lirica debuttando con il Peter Grimes continuando a produrre opere di successo come Billy Budd, Giro di vite, Morte a Venezia.
Il festival maceratese ha proposto nel Teatro Lauro Rossi l’opera Il piccolo spazzacamino (1949) interpretata da bambini e concepita per un pubblico di bambini e rientra nella tradizione inglese della vocalità infantile, ma anche nell’alveo del romanzo ottocentesco di denuncia sociale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. La scrittura musicale molto raffinata si basa su una piccola formazione orchestrale composta da un quartetto d’archi, un pianoforte e le percussioni; prevede un alternarsi di numeri vocali e parti recitate. Sam è un piccolo spazzacamino di otto anni che la famiglia ha venduto a due spazzacamini che lo sfruttano e lo costringono a calarsi nella cappa del camino di una ricca famiglia inglese. Rimasto incastrato, Sam è salvato da tre fratellini e tre cuginetti che, con l’aiuto della bambinaia Rowen, lo lavano, lo rivestono e lo nascondono dagli spazzacamini suoi persecutori e dall’arcigna governante Miss Baggot. La discesa dal camino rappresenta simbolicamente per Sam una rinascita perché, aiutato dai suoi nuovi amici, fuggirà nascosto entro un baule verso una nuova vita. Lo spettacolo è suddiviso in tre atti: il primo è ambientato in una scuola, dove insegnanti e bambini progettano di allestire uno spettacolo musicale; nel secondo atto si assiste alle prove; infine nel terzo si svolge l’azione teatrale con scene e costumi.
Il regista Henning BrockausIl regista Henning Brockaus, con l’ausilio dell’Accademia di Belle Arti di Macerata che ha curato scene, luci e costumi, ha messo in piedi uno spettacolo da paese dei balocchi con simpatiche trovate e buon utilizzo dei piccoli attori del Coro di voci bianche Pueri Cantores di Macerata. Brillante la direzione del M° Francesco Lazzillotta che è riuscito a coinvolgere il pubblico, facendogli cantare insieme al coro la Canzone dello spazzacamino, la Canzone del bagno di Sam, il Canto notturno (con il coro che indossava bellissime maschere di animali), la finale Canzone della carrozza.
Il secondo appuntamento con Britten ha avuto luogo l’ 8 agosto con Sogni di una notte di mezza estate, una “festa teatrale” messa in scena da Francesco Micheli che ha assemblato le musiche di Mendelssohn e Britten avvalendosi della brillante direzione del Maestro statunitense Christopher Franklin. Grazie alla collaborazione del Pellegrini Garden, il regista ha ricostruito sul palco il bosco di Atene con siepi e alberi veri secondo il progetto scenico dell’Accademia di Belle Arti di Macerata. Una presenza suggestiva hanno assicurato il Coro di voci bianche Pueri Cantores e il Coro Lirico Bellini particolarmente efficace nell’esecuzione del “Coro delle fate”. Nell’adattamento maceratese sono stati tagliati i personaggi di Oberon, Teseo e Ippolita, perché la vicenda si è concentrata sulla contrastata storia d’amore delle due coppie di giovani formate da Helena (una bravissima Carmela Remigio), Hermia (Gabriella Sborgi), Lysander (Blahoj Nacoski) Demetrius (Haris Andrianos). Tytania (Pervin Chakar) spasima sotto incantesimo per il rozzo Bottom, interpretato con la solita bravura e ironia da Andrea Concetti che entra in scena con una decapottabile rossa e abiti da play boy di borgata per poi trasformarsi in un asino innamorato. Questo gioco d’inseguimenti, equivoci, agnizioni si è concluso con il matrimonio finale delle due coppie accompagnate dalle note della celebre Marcia di Mendelssohn. A reggere i fili della vicenda ha provveduto una splendida Lella Costa che è entrata con grande ironia nei panni di Puck, raccordando con la sua narrazione fluida ed elegante i vari passaggi della vicenda.
Un'altra scena dell'opera di Britten

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