“Astarto” opera in tre atti di Giovanni Bononcini


di Andrea Zepponi

29 Ago 2022 - Approfondimenti classica

Proponiamo un breve saggio, comprensivo della trama, su Astarto, opera in tre atti di Giovanni Bononcini (Modena 1670- Vienna 1747), su libretto di Paolo Rolli, Apostolo Zeno e Pietro Pariati.

Con Astarto, Giovanni Bononcini raggiunse l’apice della propria maturità artistica. Nella stesura della partitura egli attinse alle idee di maggior successo dei suoi precedenti anni viennesi e le combinò con nuova musica altrettanto brillante. L’operafu presentata in prima assoluta al teatro Capranica di Roma durante il Carnevale del 1715. Le numerose riprese che seguirono confermano il felice esito delle rappresentazioni romane e forse anche il particolare affetto del compositore per quest’opera. Anche riprese a Londra (1720-1722 e 1734), ad Amburgo (1721) e a Kroměříž (1730) confermano il successo dell’opera. Tra il 1701 e il 1720, la musica di Bononcini fu onnipresente nella vita musicale di Londra. Brani di sua invenzione risultano incorporati in diversi pastiche, eseguiti in concerti e persino usati per travestimenti musicali in lingua inglese. Nell’autunno del 1720, il pubblico londinese poté finalmente ascoltare la nuova musica di Bononcini. L’Astarto fu rappresentato al King’s Theatre di Haymarket, in una nuova versione e una compagnia di cantanti che comprendeva alcune delle star più richieste dell’epoca, prime fra tutte il soprano Margherita Durastanti e il castrato Francesco Bernardi, detto Senesino. Lo stesso Haendel, l’impresario Johann Jacob Heidegger e altri membri dell’Accademia Reale impiegarono tre anni per convincere la cantante ad accettare l’ingaggio. L’Astarto segnò il debutto londinese di Senesino e fu il primo dei suoi numerosi successi come “primo uomo”, almeno fino al 1734. Bononcini, da esperto compositore teatrale, prese particolarmente a cuore l’ingaggio di Senesino e modificò la partitura romana dell’Astarto per renderla più appetibile al pubblico londinese nel senso di una lunghezza minore e una maggiore agilità nei recitativi. In ogni caso, la partitura del 1715 non era adatta al cast londinese del 1720, sia per la diversità delle parti vocali o della tessitura, sia per lo stile vocale tanto è vero che alcuni ruoli vocali cambiarono radicalmente come risulta dal primo cast romano del 1715: Elisa Innocenzo Baldini soprano, Clearco Francesco Vitali (contralto), Sidonia Domenico Genovesi (soprano), Fenicio Domenico Tempesti (contralto), Nino Giovanni Antonio Archi (soprano), Agenore Giovanni Paita (tenore), Geronzio Francesco Braganti (contralto), mentre in quello londinese del 1720 si nota la centralità del Senesino: Elisa Margherita Durastanti (soprano), Clearco Francesco Bernardi detto Senesino (contralto), Sidonia Maria Maddalena Salvai (soprano), Fenicio Giuseppe Maria Boschi (contralto), Nino Matteo Berselli (soprano), Agenore Caterina Gallarati (soprano).

Bononcini apportò quindi modifiche decisive allo spartito romano. In primo luogo, accorciò i recitativi, ridusse il numero dei numeri chiusi (da 37 a 33) e cancellò il ruolo di Geronzio. Nel riprendere i suoi materiali di volta in volta Bononcini arricchì l’orchestrazione delle arie come: “Mi dà crudel tormento”, “Spero, ma sempre peno”, ma lasciò che le voci cantanti avessero un maggiore risalto come in “M’insegna amor l’inganno”, “Sdegni tornate in petto” e cercò di adattare ancora di più la musica alle esigenze dei rispettivi cantanti. Compose nuove arie per Elisa: “Coglierò la bella rosa”, “Non mi seguire infido”, “Ah no, non m’ingannar”, per Clearco: “Torno alla patria”, Agenore “Con disperato sdegno”, Nino “Sapete che in amor” e un nuovo duetto per la coppia protagonista “Mai non potrei goder”. Clearco era il beneficiario di arie riservate ad altri nella versione romana e si trovò a cantare su una tessitura più acuta. (Originariamente, ad esempio, “La costanza, il timore, l’affetto” era stato assegnato ad Agenore). Un’altra aria, “L’onor severo brama”, gli fu assegnata nelle rappresentazioni del 1721.

Come dimostrano gli studi di Lowell Lindgren, molte delle arie dell’Astarto, scrive Giovanni Andrea Sechi, riprendono motivi già presenti in alcune opere viennesi di quasi vent’anni prima e sappiamo quanto ciò fosse usuale per l’estetica astratta del barocco. In questo caso, però, sembra che Bononcini abbia voluto evocare un periodo particolarmente felice – non solo, ma anche per dimostrare la sua ininterrotta fedeltà agli Asburgo. In una lunga lettera del 1725 a Luigi Antonio Pio di Savoia, direttore della musica di corte a Vienna, Bononcini si schierò a favore di una ripresa, sostenendo che dal 1712 aveva servito solo i nobili e le città alleate degli Asburgo. Non senza un pizzico di sentimentalismo, il compositore descrisse la capitale dell’Impero asburgico come il suo “centro naturale”, al quale desiderava tornare prima possibile. Un autore italiano naturalizzato austriaco.

La trama dell’opera

Nel primo atto Elisa, regina di Tiro, ha deciso di prendere in moglie Clearco, il suo amato eroe della sua flotta navale, per sottrarlo alle macchinazioni di Astarto, il figlio di Abdastarto, il re legittimo deposto e ucciso da Sicheo, padre di Elisa. Astarto è morto in fasce, ma si dice che sia ancora vivo. In realtà, Astarto si nasconde nella persona di Clearco, che è stato salvato da Fenicio e cresciuto da lui come un figlio. Nessuno, a parte Fenicio, conosce l’identità segreta di Clearco, che si crede essere il figlio di quest’ultimo. Elisa comunica ai grandi del regno Agenore, Nino e Fenicio il suo desiderio di sposare Clearco. Agenore, che vuole sposare Elisa per ottenere il trono, escogita un piano per impedire il matrimonio e disonorare Clearco. Agenore condivide i suoi pensieri con Nino, che a sua volta è innamorato di Sidonia, sorella di Agenore. Sidonia, che finge di essere innamorata di Nino, è in realtà innamorata di Clearco e vuole impedire il suo matrimonio con Elisa. Clearco torna vittorioso dalla sua ultima missione militare e apprende da Fenicio che Elisa ha deciso di sposarlo. Fenicio ammonisce il figlio e lo esorta a non cedere alle lusinghe della sovrana. Agenore ha inviato alla regina un falso messaggio in cui si finge che Astarto medita il tradimento e intende dividere il regno di Elisa con Clearco. Allora questi viene accusato da Elisa di tradimento e arrestato. Sidonia approfitta della debolezza di Clearco per avvicinarlo mentre scrive una lettera d’amore indirizzata a Elisa. Sidonia si offre di consegnare la lettera, alla quale manca il nome del destinatario a causa della distrazione di Clearco. Dopo un’accesa discussione sul falso messaggio, in cui Elisa si convince della innocenza di Clearco, Sidonia decide di usare la lettera di Clearco a suo vantaggio: la mostra a Elisa, sostenendo di essere l’amante segreta di Clearco e che il contenuto della lettera era indirizzato a lei. Elisa si ritrova nuovamente tradita.  

Nel secondo atto Fenicio sta preparando un complotto per rovesciare Elisa ma Clearco cerca di dissuaderlo. Clearco è combattuto tra l’amore per Elisa e quello per il padre. Assorto nei suoi pensieri, viene sorpreso da Elisa che lo accusa nuovamente di tradimento e gli ordina di non parlarle più. Sidonia informa Agenore di essere riuscita a sdegnare Elisa nei confronti del suo amato. All’arrivo di quest’ultima, i due insistono sull’arrivo di Clearco che informa la regina di un attacco del palazzo da parte di nemici, guidati da Fenicio. Clearco accetta di combattere il padre, mentre Elisa preferisce affidare la guida dell’esercito ad Agenore, al quale promette la sua mano e il regno. Disperato, Clearco proclama nuovamente la sua innocenza. Elisa è sul punto di credergli, ma Nino e Sidonia la convincono a imprigionare Clearco una seconda volta. Rimasta sola, Sidonia chiede a Nino un nuovo giuramento, che lui accetta ingenuamente di fare. Gli rivela di essere l’amante di Clearco, gli ordina di assecondare i suoi piani e di non rivelarlo a nessuno. Nino si sente perso, combattuto tra la promessa fatta e la gelosia. Fenicio viene portato davanti a Elisa, che lo interroga davanti a Clearco. Elisa minaccia di morte padre e figlio se non verrà rivelata l’identità del presunto complice Astarto e dove si trova, allora Fenicio rivela a Clearco che egli stesso è Astarto, l’erede del trono. Al ritorno, Clearco prende tempo e dice che le rivelerà il segreto solo in privato.

Nel terzo atto Elisa è sorpresa di trovare Sidonia e Nino negli appartamenti reali e li affronta. Sidonia ne approfitta per confessare alla regina ad alta voce il suo amore a Nino. Questo, minacciato segretamente da Sidonia in un sussurro, ricambia il suo amore. Clearco sopraggiunge e conferma di sapere dove si trova Astarto, tuttavia, lo consegnerà alla regina solo a una condizione, che lei rinunci al matrimonio con Clearco e sposi Astarto. Piena di rabbia, Elisa fa aspettare Clearco e ordina a Nino di uccidere chiunque si avvicini in compagnia del suo ammiraglio. Nel frattempo, Fenicio si è liberato dalla prigionia e sta preparando un nuovo attacco al palazzo con i cospiratori. Clearco incontra Agenore e lo informa che Astarto sta per sposare Elisa in modo che non ci sia più rivalità tra loro. Lo convince a recarsi dalla regina per vedere Astarto con i suoi occhi. Agenore vede quindi i suoi piani andare definitivamente in fumo. Nino torna nella sala del re e dice a Elisa che ha eseguito l’ordine. Fenicio arriva alla testa dei cospiratori ed Elisa gli annuncia con soddisfazione che Astarto è morto. Fenicio, sconvolto dalla notizia, rivela la vera identità di Clearco: se Astarto è morto anche Clearco è morto. Fenicio vorrebbe uccidere Elisa, ma viene fermato da Clearco. Tra lo stupore degli astanti lo stesso Clearco perdona tutti e ristabilisce la concordia generale.

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