VIVA L’ITALIA!: un trittico di emozioni


di Elena Bartolucci

10 Lug 2012 - Commenti danza, Danza

Civitanova Marche (MC) – La 19° edizione del festival internazionale Civitanova Danza è stata inaugurata con una serata davvero particolare, suddivisa in tre eventi quanto diversi e affascinanti tra loro. Come più volte ribadito anche in conferenza stampa, questa giornata doveva rappresentare un microfestival tutto italiano all’interno del festival stesso, visto anche il titolo scelto per l’occasione: Viva l’Italia!
Si è dato inizio alle danze con un Aperitivo danzato nel centro della città di Civitanova Marche. Non(leg)azioni_MusiculturaonlineLa prima esibizione, dal titolo Non(leg)azioni su coreografia e danza di Daniele Ninarello, ha regalato al pubblico una perfomance intensa che è riuscita perfettamente a legarsi alle note delle musiche di accompagnamento di Isbin, Suites e Bach. Ogni spasmo o movimento hanno dimostrato la fluidità e la sinuosità di un corpo che si muove. Attraverso varie azioni improvvisate questo performer dalla forte espressività ha cercato di dare vita a ogni singolo momento vissuto in scena, riconoscendo per primo l’inizio di ciascun gesto che stava per svolgere e lasciandosi poi trasportare dalla creatività e dallo spazio in cui si trovava.
Al muro_MusiculturaonlineLa seconda esibizione intitolata Al muro, su coreografia di Fabio Crestale ed eseguita dallo stesso Crestale e Cyrille de la Barre, ha preso vita tra il pubblico come se i due danzatori, spinti da un grave stato d’animo, avessero deciso di mostrarlo ai presenti, ponendosi in relazione con il muro alle loro spalle. Una parete che sembrava come separarli ma che al tempo stesso li univa nella ricerca di comunicazione l’uno con l’altro. Un ottimo gioco di luci e ombre contro il muro ha reso ancor più interessante questo magnifico e intenso passo a due eseguito sulle musiche di Part e Bach.
L’unico aspetto negativo di questo spettacolo d’apertura è stata la scelta pessima della location (Piazza della Conchiglia), dove il brusio continuo dei commensali all’aperto rendeva poco appetibile seguire con la dovuta attenzione lo spettacolo nella sua interezza e profondità.
La serata è continuata presso il Teatro Rossini insieme all’Aterballetto, principale compagnia italiana stabile, che ha portato in scena la favola danzata di Alice nel paese delle Meraviglie (liberamente ispirata all’omonimo racconto di Lewis Carroll). La regia, la coreografia e la scenografia portano la firma di Francesco Nappa, un danzatore dal curriculum di tutto rispetto che da qualche tempo si è prestato al campo delle composizioni coreografiche. I ballerini hanno danzato sulle discrete musiche di David Byrne, Robert Moran, Michael Nyman, John Lurie e Michael Torke, eseguite dal Balanescu Quartet. L’intera costruzione coreografica è stata accompagnata dalla strabiliante creazione di evocative proiezioni in continuo e lento movimento del video-designer di fama internazionale, Gilles Papain, le quali hanno permesso di non occupare il palcoscenico con scenografie od orpelli che avrebbero potuto intralciare la danza dei ballerini. I costumi sono stati ideati da Santi Rinciari (degno di nota il magnifico costume del bruco, creato con metri di impalpabile lana blu) e le luci sono di Carlo Cerri.
Aterballetto_MusiculturaonlineQuesto viaggio metaforico di Alice nel paese delle meraviglie ha ricreato un’atmosfera davvero fantastica e sognante, in cui lo spettatore riconosce solo inizialmente alcuni dei personaggi del racconto di Carroll, in quanto il coreografo e il regista Nappa ha deciso di trasportare la sua Alice in un mondo più attuale, conferendo quindi ancor più originalità al balletto.
In apertura Alice (Andrea Tortosa Vidal) duetta in un simpatico passo a due con la sorella (Ivana Mastroviti) prima di cadere letteralmente in un mondo segreto fatto di stranezze, controsensi e incontri alquanto bizzarri.
Molto simpatica è stata la scelta di mostrare come Alice cambi le proprie sembianze all‘inizio del racconto/balletto: si presenta in un abito troppo grande per il suo aspetto minuto ma all’improvviso diventa altissima, sospinta in alto da un ballerino che danzerà al suo posto, finché la fanciulla non ritornerà al suo aspetto “normale”.
Durante la caccia del subdolo uomo bianco (Hektor Budlla, che incarna le vesti del più famoso Bianconiglio) accadranno ad Alice le più improbabili disavventure, durante le quali avrà modo di conoscere personaggi quali i gemelli (Saul Daniele Ardillo e Giulio Pighini, alias dei più celebri Pincopanco e Pancopinco) e il bruco (Angel Blanco, Saul Daniele Ardillo e Giulio Pighini ovvero il Brucaliffo), che hanno omaggiato il pubblico con dei divertenti passaggi di danza.
Particolare anche l’incontro con la Regina degli Scoop (Johanna Hwang), che ha sostituito la malefica regina di Cuori, indossando una particolare e ampia gonna composta da tantissimi fogli di giornali. Pezzi di quotidiani invaderanno in seguito il palco fuoriuscendo da dei lunghissimi tubi sospesi e dai quali emergerà il cappellaio (Valerio Longo), il quale coinvolgerà Alice in un intenso e romantico passo a due conclusivo con sullo sfondo un lussureggiante bosco alberato. La fanciulla poi ripiomberà nel suo mondo reale, tornando tra le braccia della sorella e conservando solo un labile ricordo di tutte le avventure appena trascorse in quel mondo solo in apparenza così strambo.
Grave_MusiculturaonlineLa serata si è finalmente conclusa al Teatro Annibal Caro di Civitanova Alta, dove è stato portato in scena lo spettacolo Grave, una performance in prima italiana della giovane compagnia Dewey Dell (che fa parte del progetto Fies Factory di Centrale Fies), su idea di Agata Demetrio, Teodora Castellucci ed Eugenio Resta, il quale ha curato anche le luci. I ballerini, di cui undici ragazze originarie del territorio di Civitanova e dintorni che sono state scelte per un workshop con la compagnia, hanno preso parte alla coreografia di Teodora Castellucci.
La realizzazione dei costumi è stata affidata a Chiara Bocchini, Carmen Castellucci e Daniela Fabbri. Le musiche originali sono di Demetrio Castellucci.
Quest’esibizione è stata davvero il sinonimo dell’idea di una danza che riproduce la sensazione di un corpo in caduta libera, dove i concetti di lentezza e velocità estrema sono stati messi continuamente a confronto, mettendo in luce “un punto immobile dentro la velocità di un corpo che sa che si schianterà”. In una scenografia del tutto assente, dove il colore predominante era il grigio scuro insieme a tutte le sue sfumature, lodevoli sono state le luci e la musica dai toni davvero gravi che hanno evidenziato maggiormente ogni singolo movimento delle due principali ballerine, nonché giovani sorelle d’arte: Agata e Teodora Castellucci. A parte le mani tinte di rosso (quasi come a simboleggiare l’unico impatto del corpo precipitato), il loro look alquanto dark (come i capelli completamente davanti al viso o raccolti in una cresta dall’altezza impressionante) e le loro particolari movenze hanno regalato delle sensazioni davvero sorprendenti allo spettatore, che, intrappolato anch’egli sulla propria seduta dalla forza di gravità, è rimasto come ipnotizzato da questa danza dai toni così “opprimenti”.
Una magnifica giornata che ha dimostrato come la danza sia davvero un pensiero in movimento.

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