Una esibizione stratosferica per Yuja Wang


di Elena Bartolucci

18 Feb 2015 - Commenti classica, Musica classica

Yuja Wang (c) Alfredo Tabocchini_MusiculturaonlineMacerataDomenica 15 Febbraio 2015 sul palcoscenico del gremito Teatro Lauro Rossi è arrivata la splendida e giovanissima pianista cinese Yuja Wang, la quale ha presentato un programma davvero audace.
Famosa in tutto il mondo per il suo stile che combina la spontaneità e l’immaginazione della giovinezza con la disciplina e la precisione di un’artista matura in grado di padroneggiare anche i repertori più impervi con profondità e freschezza interpretativa, mostrando un look sfrontato e molto sensuale.
Dal 2005, anno del suo debutto, la Wang ha lavorato con direttori d’orchestra del calibro di Claudio Abbado, Daniel Barenboim, Gustavo Dudamel, Lorin Maazel e Zubin Mehta.
Si è esibita con le orchestre più prestigiose del mondo tra cui quelle statunitensi di Boston, Chicago, Cleveland, Los Angeles, New York, Filadelfia, San Francisco e Washington, ma anche, tra le altre, la Staatskapelle di Berlino, la Filarmonica Cinese, la Filarmonica della Scala, la Filarmonica Israeliana, la Filarmonica di Londra, l’Orchestre de Paris, l’Orquesta Nacional de España, l’Orchestra Sinfonica Simón Bolívar, la Sinfonica NHK di Tokyo, l’Orchestra del Concertgebouw, l’Orchestra Mozart e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
La sua prima registrazione concertistica, realizzata nel 2009 col Maestro Abbado e la Mahler Chamber Orchestra, si è aggiudicata una nomination ai Grammy Award per la categoria “Best Classical Instrumental Solo” mentre la registrazione “Transformation” del 2011 le è valsa il Premio Echo Classic come “Giovane Artista dell’Anno”.
Si è dato inizio al concerto con le partitions de piano (trascrizioni abbastanza fedeli all’originale) di Schubert trascritte da Liszt, il quale mette tuttavia in atto un processo creativo per cui il testo rimanga inequivocabilmente quello dell’autore di partenza con il tratto distintivo del compositore ungherese.
Lo Schwanengesang D.957 (Canto del Cigno) è una raccolta di 14 Lieder pubblicata nel 1828 dopo la morte di Schubert e poi trascritta dieci anni dopo. Consiste in un lavoro in due parti: la prima (Liebesbotschaft) fortemente unitaria e coesa presenta una delicatezza e un’eleganza poetica davvero straordinari, mentre la seconda (Aufenthalt) è una sorte di pastiche in cui risalta una maggiore forza espressiva dal ritmo più incalzante e altalenante.
Del ciclo Die Schöne Müllerin D795 (La bella mugnaia), invece, nel 1846 Liszt trascrisse soltanto sei Lieder, unificandoli nella tonalità di Si bemolle maggiore e, mostrando maturità compositiva, una tecnica pianistica avanzata e l’espressività e i colori tipici della sua musica dal ritmo lento e delicato che prende forza mano a mano.
La serata è proseguita con la sonata per pianoforte n.3 op.58 di Fryderyk Chopin (1810-1849), composta nel 1844 e dedicata alla Contessa di Perthuis, che ben rappresenta il “tempo perduto” di Chopin ed esprime un afflato lirico e drammatico.
La sonata si apre con un Allegro maestoso sviluppato in una forma-sonata abbastanza libera dai toni struggenti e al contempo intensi e corposi. Prosegue lo Scherzo (molto vivace), che è una sorta di rapidissimo e leggero moto perpetuo che mette in mostra il virtuosismo della pianista. Il Largo ha una cantabilità quasi operistica che si dispiega su armonie raffinate e timbri ricercati dal carattere decisamente malinconico e meno disteso. L’ultimo movimento (FinalePresto non tantoAgitato) è un rondò a tre ritornelli che conduce a una conclusione davvero trionfale.
Yuja Wang (c) Alfredo Tabocchini_Musiculturaonline2Dopo un breve intervallo, giusto il tempo di riaccordare nuovamente il pianoforte e di cambiarsi d’abito, la giovane musicista ha proseguito la sua esibizione con diversi pezzi di Aleksandr Nikolaevič Skrjabin (1872-1915).
Il Preludio n.1 per la mano sinistra op.9 è un brano elegiaco e molto profondo pieno di drammaticità, che fa parte di una raccolta composta da Skrjabin in un periodo in cui una grave infiammazione alla mano destra rischiava di compromettere la sua carriera concertistica. Seguono il Preludio op.11 n.8 in fa diesis minore esprime una grande varietà di atmosfere ed emozioni ed è caratterizzato da liquide cascate di arpeggi e accordi dal carattere deciso; la Fantasia in si minore op. 28 dalla forma libera e i toni enfatici e il Preludio op. 37 n.1 in si bemolle minore è caratterizzata da uno stato d’animo languido e dolente. A seguire i due Poèmes op.63, che si contraddistinguono per la loro grande originalità e inafferrabilità: il n.1 Masque sembra suggerire i tratti impenetrabili di una maschera, mentre il n.2 Etrangeté crea un clima fremente attraverso grappoli di suoni dalle armonie suggestive e insoliti silenzi misteriosi. Al termine la Sonata n.9 op.68, conosciuta anche come Messa nera, dai tratti cupi quasi a simboleggiare le forze del male che assalgono gli uomini durante dei sogni angosciosi.
In conclusione Yuja Wang ha proposto Islamej, fantasia orientale per pianoforte op. 18 di Milij Alekseevič Balakirev (1837-1910). Colpito dalla natura lussureggiante del Caucaso visitato durante un viaggio, il musicista russo si ispirò alle melodie popolari per comporre questo brano, particolarmente virtuosistico e impegnativo in particolar modo per la mano destra.
Visto il meritatissimo profluvio di applausi finali la giovane artista cinese ha regalato ben quattro bis, mettendo nuovamente in evidenza la sua bravura nel padroneggiare lo strumento, una grande forza espressiva e la rapidità di esecuzione che le è valsa l’epiteto di “dita volanti”.
Ha inizialmente eseguito El contrabandista di Schumann/Tausig, poi Gretchen am spinnrade di Schubert/Liszt, variazioni sulla Carmen di Bizet/Horowitz e infine delle simpatiche variazioni sul tema di Tea for two.
Il concerto è stato realizzato dall’Associazione Appassionata con il contributo dell’Istituto Confucio (provato anche dall’alta percentuale in sala di studenti di origine cinese), del Dipartimento di studi umanistici dell’Università di Macerata e della Conceria del Chienti ma anche con il sostegno dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Macerata, della Provincia di Macerata, della Regione Marche e del Ministero dei Beni culturali.
Per maggiori informazioni sui prossimi appuntamenti in calendario visitare la pagina ufficiale dell’Appassionata.

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