Un meraviglioso sogno di una notte di mezza estate a Macerata


di Elena Bartolucci

22 Ago 2013 - Commenti classica

Una scena (foto: Alfredo Tabocchini)Macerata – Giovedì 8 agosto 2013, all’Arena Sferisterio di Macerata il direttore artistico Francesco Micheli si è trasformato anche in
regista per una sera, portando in scena la famosa opera di William Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate con le musiche di Benjamin Britten e Felix Mendelssohn.
Come dichiarato dallo stesso Micheli, quest’opera è in realtà un progetto di sperimentazione all’interno della 49° edizione del Macerata Opera Festival (il cui tema quest’anno era “Muri e divisioni” e vedeva in cartellone la messa in scena del Nabucco e del Trovatore per celebrare il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi) ovvero quello di promuovere un format innovativo di rappresentazione lirica, che tenta di mescolare le diverse forme comunicative del canto d’opera tradizionale con il teatro di prosa e le nuove tecnologie.
Altra scena (foto: A. Tabocchini)All’apertura dello spettacolo sono tutti rimasti compiaciuti dell’ottima idea di dare vita al prologo della commedia di Shakespeare utilizzando dei simpatici titoli/didascalie a mo’ di cinema muto proiettati al di sopra della foresta incantata che troneggiava sul palcoscenico dello Sferisterio. Nella carrellata di immagini venivano presentati i vari personaggi che si sarebbero alternati sul palco ovvero i quattro giovani ateniesi che, rifugiatisi nel bosco per fuggire dalle imposizioni altrui di non poter essere felici sposando coloro che amano davvero, saranno vittime involontarie di strani intrecci amorosi dovuti a incantesimi magici.
In realtà la vera regina della serata non è stata propriamente la storia ma la grande mattatrice Lella Costa, che con la sua bravura e simpatia ha inconsapevolmente rubato la scena a tutti, vestendo i panni dell’elegante elfo magico Puck, nonché voce narrante dell’opera.
Puck, infatti, fa presente come i quattro ateniesi tentano di nascondersi nel bosco, ignari che ben altro li attende. Nel bosco magico, infatti, Oberon, re degli elfi, e la moglie Titania regina delle fate hanno bisticciato perché il primo vuole impossessarsi di un paggio di lei, la quale non vuole cederlo. A causa di questo banale capriccio la tirannia del re scatenerà un bel trambusto di inconvenienti: Oberon, infatti, Lella Costa ad Aperitivi Culturalichiedi all’elfo birbantello Puck di versare sugli occhi della regina il succo di un fiore magico avuto da Cupido, che la farà innamorare della prima persona o essere animale che incontrerà al suo risveglio, in modo che distratta dall’amore, Oberon potrà impossessarsi del suo paggio.
Visto lo scompiglio nella foresta creato da quei poveri ateniesi, Oberon chiede di intervenire con il fiore anche su di loro. Inizialmente Ermia ama Lisandro ed Elena ama Demetrio, ma quest’ultimo non la ricambia, poiché è innamorato anch’egli di Ermia, ma poi, a causa dell’errore “magico” di Puck, le coppie di innamorati si invertono. Ermia, alla quale inizialmente aspiravano entrambi i giovani amanti, resta da sola, poiché Lisandro e Demetrio sono perdutamente innamorati di Elena, ma quest’ultima non capisce come mai le sue sembianze poco seducenti siano riuscite improvvisamente a far capitolare ai suoi piedi quei due.
Titania, invece, sotto l’influsso della pozione, si innamora del rozzo e un po’ hippy Bottom (la cui testa Puck per scherzo ha trasformato in quella di un asino) e ordina alle sue fate di servirlo e nutrirlo a dovere.
Alla fine Oberon ordina a Puck di porre rimedio ai vari equivoci provocati. Così dopo essersi addormentati nel bosco in preda allo sconforto, i quattro ateniesi scopriranno al loro risveglio che ogni cosa è tornata a suo posto e possono finalmente convolare a nozze ognuno con la propria amata, persino con la simpatica benedizione di Bottom.
Lo stesso Puck aveva esordito dicendo che tutti siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e proprio per questo incita il pubblico che non ha apprezzato la storia a considerare tutto quello che ha visto come frutto di un sogno maldestro dove l’apparenza ha ingannato molti, ma che ha allo stesso tempo regalato momenti davvero particolari e anche leggeri e divertenti, facendo riflettere sulle casualità del fato e sul significato dell’amore.
Carmela Remigio, considerata sul versante musicale uno dei soprani più importanti della scena lirica degli ultimi anni, ha interpretato Helena; Gabriella Sborgi (impegnata anche nel Nabucco di quest’anno) ha dato (poca) voce e corpo al personaggio di Hermia, mentre sul versante maschile il trentenne (e a tratti quasi acerbo nelle sue dote vocali) tenore macedone Blagoj Nacoski è Lisandro, il baritono greco Haris Andrianos è Demetrio, ma il basso marchigiano Andrea Concetti ha davvero stupito anche per la sua buona prova attoriale, portando in scena le simpatiche vesti di Bottom. Sicuramente, però, la cantante che ha dato miglior prova delle sue capacità canore è stata la giovane soprano turca Pervin Chakar, sapendo rendere con maestria e leggiadria il personaggio fatato di Titania.
Protagonisti della serata anche il direttore d’orchestra americano Christopher Franklin con l’Orchestra Regionale delle Marche, il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”  nelle vesti delle fate del bosco con menzione particolare alla Prima Fata Rasha Talaat, il Coro di voci bianche Pueri Cantores “D.Zamberletti”, che hanno dato voce ai piccoli folletti con un tocco davvero particolare e l’Accademia delle Belle Arti di Macerata con gli studenti Licia Tofani, Laura Perini e Paolo Andrenucci, che hanno curato Un'altra scena (foto A. Tabocchini)l’allestimento scenografico delle proiezioni.
La realizzazione dei costumi è stata affidata alla ditta Tombolini, mentre le piante della foresta sono state fornite dalla Pellegrini Garden di Civitanova Marche.
Qualche anticipazione per la 50° stagione lirica dello Sferisterio… s’intitolerà L’opera è donna e vedrà in cartellone Aida, Tosca e La Traviata con tre donne alla direzione d’orchestra, nonché lo stesso Micheli di nuovo alle prese con la regia di una delle opere.

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