Siamo davvero dei “Perfetti sconosciuti”?


di Elena Bartolucci

15 Mar 2016 - Commenti cinema

Perfetti_sconosciuti_locandina_AmicadiBabettePuò un gioco innocente rovinare gli equilibri di una coppia apparentemente stabile o di un’amicizia che dura dai tempi dell’infanzia? Paolo Genovese con il suo nuovo film Perfetti sconosciuti mette in scena un gioco al massacro che spazzerà via ogni certezza. Un intreccio di storie davvero speciale, che non risente affatto della staticità degli ambienti che ricorda molto il teatro. La pellicola, infatti, si sviluppa prevalentemente intorno a un tavolo e cresce di intensità mano a mano, facendo venire allo scoperto storie e sottostorie dai risvolti infiniti, dove alla fine i migliori si rivelano essere i peggiori in ogni senso. Un innocente cena fra tre coppie di amici (Marco Giallini, chirurgo plastico di successo, sposato con la psicanalista Kasia Smutniak; Valerio Mastandrea, impiegato infelicemente sposato con Anna Foglietta ed Edoardo Leo, tassista con il pallino del buon affare, novello sposo della veterinaria Alba Rohrwacher) e l’amico single (Giuseppe Battiston) che dovrebbe far finalmente conoscere la sua nuova ragazza, ma che si presenterà da solo. Per scherzo la padrona di casa (Smutniak) decide che ognuno debba mettere il proprio cellulare sul tavolo e permettere a tutti di entrare nel proprio personale piccolo mondo e, senza alcun filtro, leggere qualsiasi messaggio o chiamata arrivi. Nei tempi moderni il cellulare è ormai diventato il custode di ogni più piccolo segreto… far venire allo scoperto anche un’innocente bugia può scatenare un vero inferno, creando incomprensioni e perfetti sconosciuti_AmicadiBabettesmascherando falsità. Un cast davvero perfetto e affiatato che è riuscito a dar vita a una magnifica opera corale, dai ritmi precisi e serrati grazie ai dialoghi pieni di comicità e sarcasmo al punto giusto. Anche se lo schema narrativo non è certamente una novità e già utilizzato per diverse commedie italiane (e straniere come il famoso film francese Cena tra amici), bisogna ammettere che funziona sempre e ancora una volta un semplice momento conviviale può innescare terribili reazioni a catena. Davvero ottimo il finale, che stupisce ma lascia sicuramente l’amaro in bocca: siamo davvero sicuri di conoscere così bene chi amiamo o chi è nostro amico? Finalmente un bel film italiano: una tragi-commedia con quel pizzico di cinismo che non guasta per descrivere uno spaccato sociale mai così veritiero ovvero l’importanza che diamo tutti noi ai social e all’uso dello smartphone perdendo la vera possibilità di comunicare e ascoltare chi ci sta accanto.

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