Seicento marchigiano


Alberto Pellegrino

23 Nov 2013 - Altre Arti, Eventi e..., Arti Visive

Carlo Maratta: Rebecca ed Eliezer al pozzoOSIMO (AN). La Mostra di Osimo sulle Meraviglie del Barocco nelle Marche è la continuazione dell’omonima mostra tenutasi nel 2010 a San Severino Marche, quando fu presentata una raccolta di opere provenienti dalla Marca Centrale compresa tra Macerata e Fabriano. Questa seconda esposizione, sempre a cura di Vittorio Sgarbi, presenta opere provenienti da Osimo e dalla Marca anconetana con qualche sconfinamento nel Pesarese, come indicano le presenze di significate opere di Simone Cantarini e di Francesco Guerrieri. In questo caso il curatore ha voluto inserire il titolo Da Rubens a Maratta per marcare una precisa area storico-temporale che parte dagli albori del Barocco per arrivare alle soglie del Settecento. A dire il vero la presenza del Rubens è abbastanza esigua, dato che il grande arista fiammingo è rappresentato dall’Assunzione della Vergine, un arazzo realizzato su un suo disegno tra il 1632 e il 1650, da un dipinto intitolato La continenza di Scipione, una copia realizzata tra il XVIII e il XIX secolo. Forse sarebbe stato meglio intitolare la mostra “Da Pomarancio a Maratta”, vista la considerevole presenza di opere esposte e il bellissimo salone dai lui affrescato nel palazzo del cardinale Antonio Maria Gallo. Nel complesso la mostra è un’ulteriore testimonianza di quale importanza abbia avuto nelle Marche il Barocco marchigiano per lo straordinario apporto culturale dato dalle arti figurative e dall’architettura, a cui corrisponde un parallelo sviluppo della musica strumentale e del melodramma, della letteratura (per tutti Traiano Boccalini) e del teatro (Guidobaldo e Prospero Bonarelli, Virgilio Puccitelli), della trattatistica filosofica e scientifica, per la fioritura delle Accademie letterarie.
Osimo-quei-minori-che-fecero-grande-il-Barocco-italiano_h_partb[1]Il visitatore si trova di fronte a un’imponente e suggestiva rassegna di opere provenienti soprattutto dalle città di Ancona, Osimo, Senigallia, Camerano e dai centri urbani disseminati lungo la vallata dell’Esino, opere di artisti significativi fra i quali spiccano i nomi del Pomarancio (ampiamente rappresentato) Giacinto Brandi, Domenichino, Orazio Gentileschi (con l’affascinante Maddalena), Sebastiano e Giuseppe Ghezzi, Guercino (bellissimo il suo San Michele), Giovanni Lanfranco, Orbetto, Palma il Giovane, Mattia Preti, Guido Reni, Claudio Ridolfi (con la splendida Crocifissione di Corinaldo), Salvator Rosa, Sassoferrato, il francese Simone Vouet (con una superba Ultima Cena). Veramente imponente la rassegna delle opere di Carlo Maratta (Camerano 1625-Roma 1713) che costituisce un’occasione unica per cogliere una panoramica di questo grande artista, ottimamente presentato da Costanza Costanzi. Maratta mostra tutta la sua qualità nei ritratti, in alcune opere sacre e in quadri “laici” come Cleopatra e Giaele uccide Sisara.
La mostra è completata da alcuni Itinerari barocchi che prevedono la visita, oltre che al già citato Palazzo Gallo, al Santuario di S. Giuseppe da Copertino con un’opera di Matteo Preti quasi del tutto sconosciuta, al Santuario di Loreto con l’Atrio del Tesoro e la Sala del Tesoro affrescata dal Pomarancio, a Camerano per completare la conoscenza del Maratta. Un’ottima guida alla mostra è fornita dal bel catalogo della Silvana Editoriale, nel quale Vittorio Sgarbi fa un’ampia analisi del Barocco nelle Marche, che è completata da Fabio Mariano il quale parla delle “Meraviglie dell’architettura barocca nelle Marche della Controriforma”. Vi sono poi alcuni interventi più specialistici: Luciano Egidi traccia la storia di Osimo e del suo territorio nel Seicento; Marina Massa affronta il tema delle relazioni e delle committenze artistiche a Osimo e nell’Alta Marca, mentre Stefano Papetti parla dei mecenati e dei pittori che hanno operato a Osimo nella stagione del Barocco; infine Massimo Francucci prende in esame la committenza del cardinale Antonio Maria Gallo a Osimo e a Loreto.

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